(Il gruppo a Canale d’Agordo, paese natale di Papa Luciani)

Facciamo un nodo per non dimenticare le tragedie del Vajont e del Gleno. Questo lo slogan del pellegrinaggio che alcuni camuni del gruppo Camminare è un’arte, capitanati da don Battista Dassa, stanno compiendo in questi giorni. Partiti da Cimolais, in Friuli, che hanno raggiunto in pullman il 16 agosto, andranno dal Vajont al Gleno per riflettere su due tragedie simili che hanno sconvolto l’Italia. Del disastro del Vajont quest’anno ricorre il 60° anniversario, del crollo della Diga del Gleno si celebra il centenario.

Una marcia di 300 chilometri per ricordare, come era già accaduto 10 anni fa, nell’agosto del 2013, quando un gruppetto, sempre con don Battista Dassa anima del gruppo, aveva lasciato l’alta Val di Scalve per raggiungere quella del Piave. Quest’anno stanno percorrendo il tragitto in direzione opposta, per un pellegrinaggio lungo 12 giorni con tappe a Longarone, Fusine, Canale d’Agordo, Moena, Bolzano, Romeno, Dimaro e risalendo la Val di Sole al passo del Tonale. In questo momento hanno raggiunto la Vallecamonica: dopo la sosta a Rino di Sonico il gruppo si dirigerà ai laghi di Belviso e al rifugio Tagliaferri per approdare in Val di Scalve e risalire fino al Gleno. Il pellegrinaggio terminerà lunedì 28 agosto, quando don dassa celebrerà una messa nei rpessi dei ruderi della diga.

Per seguire il pellegrinaggio sui social basta andare sul blog Camminare è un’arte su Facebook

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