Una corda di nylon, tesa tra gli alberi, come deterrente per quei ciclisti o motociclisti che attraversano il sentiero. Un’abitudine che potrebbe causare gravi episodi, ma che spesso viene segnalata come atto di inciviltà e soprattutto di mancata comunicazione tra più parti.

Se n’è tornato a parlare nei giorni scorsi, quando un biker ha condiviso sui social network l’immagine di una corda di nylon, appunto, legata tra due piante ad altezza gola lungo un sentiero della Val Palot. Durante un’uscita con altri due amici, i tre sono incappati nella corda: la maglia e le zip hanno fortunatamente attutito il colpo ed i tre non si sono fatti nulla, ma lo spavento è stato tanto.

Non mi sono fatto praticamente niente, e lo dico subito (la mamma legge). Però potevo farmi male davvero per colpa di…

Pubblicato da Andrea Pasquali su Domenica 20 settembre 2020

L’episodio riaccende una questione, legata al passaggio di appassionati di mountain bike e di motociclisti su percorsi che attraversano spazi privati: in alcuni casi, la mancanza di un’adeguata segnaletica impedisce ai corridori di sapere se hanno diritto o no di percorrere quei tratti, e spesso i proprietari, esasperati dal via vai (a volta anche rumorosi, come nel caso delle moto), arrivando ad adottare queste misure che potrebbero rivelarsi davvero pericolose.

Basterebbe un po’ di collaborazione tra privati ed Amministrazioni comunali, per delineare meglio e con la giusta segnaletica in quali tratti si può circolare liberamente ed in quali no. Ovviamente, servirebbe anche il buon senso di chi, contrario a vedere estranei passare sui propri terreni, dovrebbe decidere di comunicarlo in modi che non includano il rischio di ferire e fare seriamente del male a qualcuno.

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