In questi giorni, tra le strade che portano in località Lissidini a Stadolina di Vione, è possibile notare quella che sembra essere una mongolfiera bianca, ma che in realtà è uno strumento di rilevazione di agenti inquinanti.
La sua presenza in alta Valle è dovuta al progetto europeo “Bbclean” che da lunedì scorso e fino a domenica prossima fa tappa, appunto, a Vione. Uno studio scientifico condotto dall’Università Cattolica, capofila del progetto e coordinatrice dei lavori con l’Arpa Val d’Aosta e l’università austriaca Fhj, insieme a sette altri partner europei che vede al lavoro un gruppo di ricerca in Fisica ambientale, coordinati dal professor Giacomo Gerosa.
Il pallone, riempito con elio ed a cui sono attaccati dei sensori, serve a rilevare la presenza di particelle inquinanti che da terra si disperdono nell’aria, fino a mille metri.
L’obiettivo è quello di realizzare un modello che possa prevedere la diffusione degli agenti inquinanti nell’aria ed analizzare la situazione dell’atmosfera nei vari momenti della giornata.
Tra le varie tappe che lo studio sta effettuando, si è anche deciso di passare in montagna per rilevare quanto l’inquinamento possa essere presente anche dove lo si ritiene poco presente.
I dati raccolti, che saranno presentati pubblicamente, serviranno anche alla realizzazione di un’app per consultare la composizione dell’aria sulle Alpi.