Maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
Con le stesse accuse, ma per storie diverse, un cittadino 36enne originario del Marocco, da poco tempo in Valle, e un italiano 45enne, residente in alta Vallecamonica, sono stati arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Breno.
Il primo arresto, eseguito in flagranza di reato, è stato quello operato nella notte di lunedì; da alcune settimane i militari stavano monitorando una situazione che, seppur mai denunciata dalla vittima, anche lei di origine marocchina ma da diversi anni residente in Italia, risultava essere assai grave.
I Carabinieri, venuti a conoscenza di alcuni accessi in pronto soccorso da parte della signora, hanno voluto approfondire la vicenda, considerate le troppe “cadute accidentali”.
Hanno deciso pertanto di fare chiarezza e nel contempo hanno attivato i servizi sociali e il centro antiviolenza.
La ricerca degli accessi in ospedale è stata estesa anche a un’altra zona d’Italia, nella quale la famiglia marocchina viveva fino a pochi mesi fa: anche in questo caso sono emersi vari ingressi in pronto soccorso, troppi per essere ritenuti causati da eventi accidentali.
I Carabinieri hanno fornito alla vittima tutta la possibile assistenza e la donna ha preso fiducia; nella notte di lunedì, nuovamente aggredita senza motivo, si è convinta a chiamare il 112.
Quando la pattuglia è arrivata sul posto, ha accertato che aveva evidenti segni di percosse sul volto.
Il marito – che non voleva che i militari entrassero in casa e ha provato a non aprire la porta – è stato arrestato e associato al carcere. Il Giudice ha applicato la misura del divieto di avvicinamento e contatto con la donna.
Il secondo arresto è stato eseguito nel pomeriggio di martedì: anche in questo caso la donna, stanca delle aggressioni e delle minacce anche gravi a lei destinate, su attivazione dei Carabinieri che l’avevano interpellata perché insospettiti dagli anomali accessi al pronto soccorso, ha deciso di denunciare le condotte del compagno convivente.
Sulla base degli approfonditi accertamenti eseguiti dai militari, la Procura della Repubblica ha chiesto e ottenuto dal Gip un’ordinanza di applicazione di misura cautelare; il Tribunale ha disposto che l’indagato fosse ristretto agli arresti domiciliari con divieto di avvicinamento alla compagna.