La piaga delle violenze di genere può apparirci lontana dalla nostra realtà, quando nei notiziari e sui giornali sono raccontate storie che si verificano molto lontano dal nostro territorio, come i recenti agghiaccianti episodi di Palermo e di Caivano (Napoli).

Eppure, sappiamo bene che è solo un’illusione: la Provincia di Brescia non fa eccezione per quanto riguarda casi di attivazione del “codice rosso” dopo le denuncia di violenze e maltrattamenti. Emblematica la situazione che si è venuta a creare nella settimana che volge al termine: nelle notte tra martedì e mercoledì, su tutta la Provincia bresciana, sono state sei le segnalazioni riguardanti donne picchiate, aggredite o minacciate da mariti, conviventi o ex compagni.

Il codice rosso (che è stato istituito anche per episodi di violenza su minori e stalking) si attiva quando le vittime formalizzano la denuncia, cosa che purtroppo non sempre avviene, neanche dopo l’intervento delle Forze dell’Ordine. Sei casi in una notte non sono pochi, ma in Procura a Brescia le denunce rinvevute nei mesi scorsi sono state anche superiori, sempre nell’arco di una giornata, fino ad arrivare ad una decina in sole ventiquattr’ore.

Aiutare le vittime a fuggire dai loro aggressori e denunciare diventa così sempre più fondamentale, così come è necessario far capire loro che in questo percorso non saranno sole. In Vallecamonica questo è un lavoro che da anni viene portato avanti dalla rete antiviolenza Donne e Diritti, tramite iniziative e l’apertura di un Centro Antiviolenza a Darfo Boario Terme e di uno sportello a Cedegolo, quest’ultimo gestito in collaborazione con l’Associazione Dieci, nata per sostenere chi è in difficoltà e per diffondere in Valle una maggiore sensbilità in tema di violenza familiare ed extrafamiliare, lavorando tutti insieme per prevenirla.

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