Anche la Vallecamonica, 80 anni fa, si era radunata per dirsi pronta ad entrare in guerra. Era il 9 giugno 1940: il giorno successivo, il 10 giugno di 80 anni fa, appunto, Benito Mussolini da Piazza Venezia a Roma tenne il discorso che, con la dichiarazione di guerra a Regno Unito e Francia, fece entrare l’Italia in guerra.
Secondo la macchina propagandistica furono 700mila i bresciani che, tra città e provincia, si radunarono per sentire il suo discorso. In Valle, fu Breno il centro che raccolse i soldati volontari di tutta la Provincia. Il ritrovo fu davanti al monumento dei Caduti: presenti anche le più alte cariche del fascismo bresciano, guidate dal federale Antonio Valli.
Proprio quest’ultimo visitò poi la scuola tecnica, l’ospedale, lo stabilimento Carlo Tassara e, spostandosi da Breno, la centrale elettrica a Cividate Camuno e le case del fascio di Ceto, Cerveno, Pisogne, Marone e Sale Marasino. Lo stato di guerra finì per travolgere così anche la vita dei camuni, da subito.
Vincenzo Ciotola, prefetto di allora di Brescia, dispose l’oscuramento parziale delle strade pubbliche in città ed in numerosi Comuni della provincia, tra cui Darfo; in tutti gli altri Comuni l’interruzione fu generale. Fu così che la tragedia e brutalità della Seconda Guerra Mondiale, 80 anni fa, finirono per arrivare anche in Vallecamonica.