È mercoledì 20 marzo, il primo giorno di primavera. Siamo a Foppe di Nadro, all’interno della Riserva naturale incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Lasciamo la macchina al parcheggio poco oltre il museo e c’incamminiamo verso l’evento “La Montagna Suona”. Abbiamo fissato un’intervista con Eliza Winkler, che per oggi non vestirà i panni ufficiali di operatrice turistica. Stiamo per incontrarla in una veste diversa.

Mentre camminiamo notiamo che qualcuno si è fermato lungo il percorso, pronto ad immortalare la Concarena, montagna sacra per gli antichi abitanti di questa vallata. L’Equinozio sta per renderle omaggio con il caratteristico fenomeno luminoso, capace dopo millenni di lasciare ancora a bocca aperta. Noi proseguiamo. E dopo un po’, da lontano, percepiamo i tamburi che concludono il loro cerchio. Il mistero del battito del cuore, della riconnessione olistica con la Terra, sta giungendo all’apice.

Alcuni dei partecipanti li vediamo scendere. C’è chi continua a suonare, onorando la sacralità del luogo con un gesto antico, quasi primordiale. Eliza la troviamo nel prato, tra le rocce, su quello che è un affaccio incredibile sulla vallata e sui monti di fronte. La Concarena pare avere apprezzato l’evento: da dietro, le spunta tutta una corona di raggi, la cui definizione si fa via via più nitida. Noi ci sediamo sull’erba d’inizio stagione e accendiamo il registratore.

Un breve estratto dall’intervista ad Eliza, che ci racconta com’è andato l’evento.

Nel corso dell’intervista – una vera e propria chiacchierata con un ritmo tutto suo – Eliza ci racconta anche del suo legame unico con il proprio tamburo. I tamburi li costruisce, ma il primo le è stato regalato, ormai molti anni fa, e le ha permesso di andare oltre alcune paure così profonde da necessitare di un suono altrettanto profondo per essere stanate e guardate in faccia. Ma questa è un’altra storia, alla quale daremo il giusto spazio in un altro momento.

Torniamo invece alla giornata di oggi. “Qualcuno ha detto che è stata un’ondata di energia. Siamo stati noi a reagire all’ondata che abbiamo mandato alla Concarena. Diciamo che per noi è stata un’esperienza molto molto forte, come tutti gli anni. E la Concarena, lo vediamo adesso, ha dei raggi bellissimi dietro. La giornata è stata meravigliosa, il sole c’era ed è stato tutto perfetto. Quindi direi di sì: la montagna ha reagito bene credo.”

Viene spontaneo provare a ricollocare questa cerimonia in un tempo antico. Provare a tracciare il collegamento con la natura più remota di un luogo famoso soprattutto per le incisioni rupestri. Come Pollicino, Eliza prova a raccogliere le briciole disseminate lungo il sentiero dei millenni. Per ritrovare la strada verso qualcosa che è andato perso. “Noi siamo sicuri che qui agli Equinozi qualcuno arrivava, guardava il tramonto e un tamburo lo suonava.” Ovviamente non è dato sapere in che modo suonasse, se qualcuno magari accompagnasse la percussione con la voce. In quanti fossero, come si muovessero. Ma provare a ripercorrere quella lontana presenza è già una prima briciola.

Le chiediamo se ci fa sentire il suono del suo tamburo:

Mentre piano piano la luce del giorno si tempera d’azzurro, l’umidità rischia d’intaccare la pelle dello strumento. Ci rialziamo e avviamo per ripercorrere il cammino a ritroso, rientrando in paese. Lei a piedi nudi, tra i ricci delle castagne e le foglie d’autunno che il vento non si è ancora portato via. Io con il registratore finalmente spento, per godermi appieno i nuovi passi nella nuova stagione.

L’intervista integrale ad Eliza Winkler verrò trasmessa durante la puntata di VocePRESENTE di venerdì 29 marzo, alle ore 10:10. La puntata si potrà poi riascoltare in podcast dalla pagina del programma.

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