Raccogliere entro il 23 aprile prossimo 300 firme di residenti iscritti alle liste elettorali per spingere il Comune a indire il referendum per esprimere il proprio voto a favore o contro il ponte tibetano all’ingresso della Val Grande di Vezza D’Oglio.

Questo l’obiettivo di Vezza sostenibile, gruppo spontaneo di cittadini che ha indetto nei giorni scorsi un’assemblea pubblica per spiegare le ragioni del contrasto all’opera, che rientra nel programma elettorale dell’attuale amministrazione comunale.

Un incontro molto partecipato che ha illustrato quali sarebbero le criticità del progetto da 2 milioni di euro che l’Unione dei Comuni dell’alta Valle e il Parco nazionale dello Stelvio sosterrebbero economicamente. Il 28 febbraio i membri di Vezza sostenibile hanno fatto protocollare la richiesta per poter avviare la campagna di raccolta delle sottoscrizioni, convinti che i residenti debbano avere l’opportunità di esprimersi sull’opera.

Chi si oppone al ponte tibetano sostiene che con il denaro pubblico si potrebbero realizzare altri progetti senza andare a intaccare una porzione di area protetta, molto amata dai frequentatori della montagna. L’amministrazione guidata da Diego Occhi resta invece convinta di volere realizzare l’attrazione turistica, che andrebbe a collegare le frazioni Tu e Grano. Già l’estate scorsa ha conferito a uno studio milanese l’incarico professionale per indagini geognostiche, geologiche e geotecniche, intenzionata a portare a termine il progetto.

Vezza Sostenibile non ha mancato di rinnovare il suo appello al Comune di tornare sui suoi passi e rinunciare al ponte, risparmiando così, oltre alle risorse necessarie allo svolgimento del referendum, importanti fondi pubblici.

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