Meno neve, più caldo: è questo il trend che abbiamo vissuto questo inverno e che ormai da anni è sotto gli occhi di tutti. Nonostante le nevicate in quota delle ultime settimane possano far pensare diversamente, l’inverno che ci siamo lasciati da poco alle spalle ha registrato temperature in aumento rispetto al passato, confermando l’effetto del cambiamento climatico anche sul nostro territorio.

A risentirne maggiormente sono le montagne e, soprattutto, i comprensori sciistici, pronti a imbiancare le proprie piste con l’innevamento artificiale e con relativo aumento delle spese per garantire un manto bianco a prova di sci.

Ci sono, poi, quei comprensori che da tempo attraversano anche a causa delle incertezze del clima un periodo di crisi: alcuni si limitano ad un’apertura a singhiozzo, mentre altri sono chiusi, in attesa di sanare la propria situazione con un rilancio a doc.

Tutte queste situazioni sono monitorate da Legambiente, che di recente ha pubblicato la nuova edizione del report Nevediversa, che raccoglie tutti gli impianti chiusi o dismessi e fa loro i conti in tasca. Tra le varie situazioni registrate in Lombardia, c’è anche quella di Montecampione: Legambiente definisce ”complessa” la situazione del comprensorio e dei suoi impianti, la cui revisione è stata regolarmente effettuata nel 2020.

Il report sottolinea però anche la difficoltà di rilancio del villaggio turistico al Plan e dell’hotel in località Alpiaz. Ma l’associazione insiste, inserendo il tentativo di rilancio del comprensorio, oggi portato avanti dai Comuni di Artogne e Pian Camuno e dalla Comunità Montana, tra quelli che definisce “accanimento terapeutico”: “[sono stati] stanziati 13 milioni di euro dalla Regione Lombardia per il rifacimento di tre impianti, per un dominio sciabile fortemente colpito dalla riduzione dell’innevamento naturale”, si legge.

Non è mancata la replica di Paolo Birnbaum, presidente del Consorzio Montecampione, da sempre in prima linea per la difesa del comprensorio: “Mi chiedo”, ha detto al Giornale di Brescia, “che visione abbiano della destagionalizzazione della montagna, perché non ci sono altre stagioni senza gli impianti, linfa di tutte le attività estive”. Birnbaum si dice infine aperto ad un confronto pubblico con Legambiente per illustrare il progetto in corso.

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