Un altro episodio di violenza in un campo di calcio della bergamasca, questa volta aggravato dalle condizioni di salute della vittima. Tutto è succeddo domenica pomeriggio ad Albano Sant’Alessandro, dove si stava disputando la partita da Brusaporto e Uesse Sarnico, entrambe in cima alla classifica e per questo determinate a portare a casa punti preziosi.

Ad essere aggredito è stato Stefano Turchi, ex calciatore e responsabile del settore giovanile agonistico del Brusaporto e che da anni si sposta su sedia a rotelle a causa della Sla. Secondo il racconto fatto da lui stesso ai carabinieri da cui ha sporto denuncia, Turchi si trovava con la sua auto in uno spazio riservato, per poter seguire la partita appoggiandosi al cofano dell’auto ed alla rete che delimita il campo.

Proprio qui, dopo il primo tempo, si è fermato il padre di un giocatore dell’Uesse Sarnico, che avrebbe dovuto recuperare il figlio che aveva accusato un malore ma che, poi, ha deciso di restare in panchina. L’uomo, secondo la testimonianza di Turchi, avrebbe seguito la partita agitandosi ed urlando anche insulti a chi giocava.

Quando Turchi ha provato a calmarlo, sarebbe stato aggredito dall’uomo, finendo a terra e, impossibilitato a reagire, ricevendo calci e pugni. La furia dell’uomo è stata fermata da alcuni dirigenti del Brusaporto che hanno assistito alla scena e che saranno testimoni della querela presentata dall’aggredito.

Il Brusaporto, in sostegno a Turchi, ha annunciato una giornata di silenzio stampa, mentre l’Uesse Sarnico si dissocia dal comportamento dell’aggressore e si dichiara anch’esso parte lesa: “Condanniamo fermamente ciò che è accaduto”, dice la società in un comunicato stampa, “qualsiasi forma di violenza e discriminazione non può mai essere accettata, sia all’interno che all’esterno del rettangolo di gioco”.

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