La settimana della svolta sul mistero dell’omicidio di Laura Ziliani si chiude con quella che ormai si può definire risoluzione del mistero stesso. Martedì scorso Mirto Milani, mercoledì sera Silvia Zani e giovedì pomeriggio Paola Zani: tutti e tre hanno ammesso le proprie responsabilità in altrettanti lunghi interrogatori, a pochi giorni dallo scadere del termine previsto per legge entro cui viene data, a chiusura indagini, la possibilità di essere interrogati o di produrre una memoria scritta.

Poco è trapelato sui contenuti di quanto detto, ma sembra che sia Milani che le due sorelle Zani abbiano confermato il movente alla base del gesto, legato a questioni economiche, ovvero alla gestione del patrimonio immobiliare di Laura Ziliani.

Un altro dettaglio emerso sarebbe relativo al grado di partecipazione dei tre, che non sarebbe identico ma vedrebbe uno di loro aver aderito al piano criminale in un secondo momento. Giovedì, mentre Paola sosteneva l’interrogatorio, per Mirto Milani si è inoltre reso necessario il ricovero in ospedale: il giovane avrebbe avuto un crollo emotivo che ha fatto scattare un protocollo che lo ha portato ad essere in osservazione e piantonato. La prossima mossa del sostituto procuratore sarà la richiesta di rinvio a giudizio.

Il processo a carico di Milani e delle sorelle Zani non dovrebbe riservare particolari sorprese, con gli inquirenti pronti a mostrare al giudice quanto raccolto durante i mesi di indagine: dai racconti incongruenti, alle intercettazioni telefoniche, fino agli esami tossicologici sul corpo della vittima ed alla scoperta di una fossa poco distante dal luogo del ritrovamento del cadavere. Le ammissioni fatte questa settimana vanno così a chiudere un capitolo di una vicenda che ha tenuto in apprensione tutta la comunità di Temù dove, però, lo stupore per quanto sentito in questi giorni è poco.

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