Corrado Picinoli ha raccontato come venivano gestiti gli appalti nel Comune di Cimbergo.

Nelle scorse ore uno degli imprenditori finiti ai domiciliari un mese fa nell’ambito dell’inchiesta sulle gare truccate, ha chiesto di poter essere ascoltato dal sostituto procuratore, il pubblico ministero Ambrogio Cassiani, e ha ricostruito il sistema che avrebbe condizionato tre appalti per un totale di circa 1,5 milioni di euro.

Durante l’interrogatorio il camuno ha confermato che a gestire l’assegnazione dei lavori era l’amministrazione comunale di Cimbergo, che sceglieva direttamente gli imprenditori per creare cordate che si occupassero dei lavori pubblici.

L’inchiesta era partita per verificare i sospetti di gravi irregolarità nell’assegnazione degli appalti per la riqualificazione energetica del palazzo comunale e per la messa in sicurezza del torrente Varecola Figna.

Picinoli si era aggiudicato i lavori per la prima tranche della messa in sicurezza e aveva preso parte, successivamente, alla seconda.

A innescare i sospetti della procura erano stati i ribassi contenuti, ma anche la celerità con cui si esaurivano le liste per le richieste di partecipazione ai bandi. Secondo la procura, poi, c’erano aziende compiacenti che si presentavano alle gare con offerte appositamente irregolari per cedere il passo alle aziende già individuate dal Comune.

Dopo le ammissioni del consigliere comunale Stefano Polonioli, che ora davanti a un giudice dovrà ratificare il patteggiamento raggiunto con la procura, un altro dei soggetti coinvolti ha deciso quindi di collaborare con gli inquirenti. Nel frattempo la procura ha notificato a tutti gli indagati l’avviso di chiusura indagini. Qualcun altro potrebbe decidere di alleggerire la propria posizione ammettendo le responsabilità.

Coinvolte 27 persone, tra le quali cinque finite in manette: l’ex sindaco Gian Bettino Polonioli, un consigliere comunale con delega ai Lavori pubblici, la responsabile dell’Ufficio tecnico Antonella Giuseppina Mottironi e due imprenditori locali, Lanzetti e, appunto, Picinoli e 10 con obbligo di presentarsi all’autorità giudiziaria. Per tutti l’accusa è di turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

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