Un altro rinvio sulla gestione del ciclo idrico in Vallecamonica. Ad inizio settimana la Corte Costituzionale, che avrebbe dovuto esprimersi questo mese sulla possibilità di un Ambito Territoriale Ottimale della Vallecamonica, ha fatto sapere che si pronuncerà in merito a fine anno, raffreddando così le attese di chi sperava che la vicenda legata alla gestione dell’acqua sul territorio camuno potesse concludersi definitivamente.

La Consulta deve decidere sulla legittimità della legge regionale 24 del 2021, secondo cui in Lombardia sarebbe possibile costituire degli Ato sub territoriali nei territori montani, dove sono rispettati alcuni requisiti. La legge, che di fatto dava la possibilità alla Vallecamonica di procedere con la formazione di un proprio Ato, è stata però impugnata dall’allora Governo Draghi, che vi aveva visto un pericoloso precedente. La Valle non può quindi fare altro che attendere e sperare che la Corte Costituzionale dia ragione al Pirellone, che aveva approvato la legge anche alla luce di uno studio commissionato alla Bocconi che riscontrava i vantaggi della gestione del ciclo idrico in autonomia.

Intanto, in Vallecamonica restano aperti due fronti: i Comuni che si sono affidati ad Acque Bresciane, e quindi all’Ato provinciale, e quelli che invece resistono e chiedono di potersi occupare della gestione dell’acqua in autonomia. La Consulta si sarebbe dovuta già esprimere a gennaio, ma aveva rimandato a giugno; ora un altro rinvio per quella che è una questione che dura ormai da tanto tempo.

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