L’Aviosuperficie di Costa Volpino a rischio chiusura? Una petizione cerca di scongiurare la fine delle attività di volo

L’Aviosuperficie di Costa Volpino a rischio chiusura? Una petizione cerca di scongiurare la fine delle attività di volo

Proprio in questi giorni l’aviosuperficie Iseolakeairfield di Costa Volpino festeggia sette anni dall’inaugurazione. Il compleanno, però, è stato amaro, dal momento che il futuro dell’area stessa, diventata in questi anni meta di approdo sicuro per piloti italiani e stranieri , è stato messo a rischio dal Comune di Costa Volpino.

Andiamo con ordine: l’Amministrazione ha approvato a fine aprile una variante al Piano di Governo del Territorio con cui abbassa a “Classe I” la zonizzazione acustica dell’area su cui si svolgono attività di volo che, in questi anni, sono state anche occasioni di ritrovo per i non addetti ai lavori. Una decisione che viene ritenuta iniqua, perché posizionando l’area nella classe di massimo rispetto acustico ne si penalizzano le attività di volo.

Di contro, sulla sponda opposta del fiume, si prevedono innalzamenti di classe per aree in corrispondenza e nelle vicinanze di due nuovi ambiti artigianali e produttivi. La decisione del Comune sarebbe stata tra l’altro presa senza tenere conto dell’esistenza di un riconoscimento legale dell’aviosuperficie da parte dell’Enac.

Alla luce di tutto questo, oltre ad un ricorso al Tar, cinque giorni fa è stata lanciata una petizione online sul sito www.change.org, che in breve tempo ha superato le mille firme, da parte sia di piloti italiani che stranieri. La vicenda, oltre che dai legali dell’Aviosuperficie, è seguita anche dalla Delegazione italiana dell’Associazione mondiale dei Piloti dell’Aviazione Generale Ultraleggeri e del Lavoro Aereo.

“L’Aviosuperficie di Costa Volpino è minacciata da una fumosa ordinanza di chiusura”, commenta Rinaldo Gaspari, presidente di Aopa Italia, “la situazione è complessa e non sembra si voglia tener conto del ruolo fondamentale delle aviosuperfici per la sicurezza del territorio in caso di calamità naturale, e come impianto dove praticare legittimamente una attività sportiva come tante altre, stando in contatto e rispettando l’ambiente, senza snaturare il contesto territoriale in cui sono collocate. Auspico quindi, che nel rinnovato interesse rispetto e difesa dei cittadini fruitori, simpatizzanti, nel diritto alle pari opportunità, si riesca a raggiungere con l’Amministrazione locale un ragionevole accordo per mettere fine ad una inspiegabile costosa interminabile catena di contenziosi, che hanno tutto l’effetto di far apparire le istituzioni lontane dai cittadini e intolleranti nei confronti dell’aviazione”. Una vicenda, questa, che supera i confini sebini e italiani, essendo l’Aviosuperficie di Costa Volpino l’unico punto sicuro di atterraggio nell’area per i piloti, in particolare per quelli provenienti dalla Germania.

“Precarietà, poca professionalità e conflitti di interesse”: Zamenhof Art lascia il Museo di Nadro e la Riserva delle Incisioni Rupestri attaccando la Direzione

“Precarietà, poca professionalità e conflitti di interesse”: Zamenhof Art lascia il Museo di Nadro e la Riserva delle Incisioni Rupestri attaccando la Direzione

Una “situazione di precarietà” e di “mancanza di professionalità”, con episodi definiti “clamorosi” di “conflitti di interesse, di mala gestione del denaro e di danneggiamenti di rocce incise”. Non fa sconti il comunicato con cui Zamenhof Art genera un terremoto nella questione relativa alla gestione del Museo di Nadro di Ceto e della Riserva Naturale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo.

Con una lunga nota firmata da Virgilio Patarini (presidente dell’associazione), Luca Morzenti (vicepresidente) e i componenti del Direttivo (Alessandro Baito, Valentina Carrera, Graziano Filippini, Riccardo Piricò, e Sergio Scorzillo), Zamenhof Art annuncia il proprio ritiro dalla co-gestione dei servizi offerti dal Museo Didattico e dalla Riserva, in essere dal 2021.

“Fin dai primi mesi”, si legge, “dopo aver vinto il bando per la gestione in tandem con ArchExperience, era apparsa evidente la situazione di precarietà e la mancanza di professionalità da parte dell’Ente Riserva e della sua Direzione”.

Numerosi gli episodi che vengono citati dai firmatari del comunicato: da chiusure senza preavviso del Museo a pochi giorni dall’apertura di alcune mostre, a lavori annunciati e mai effettuati, passando per problemi di comunicazione con gli organi di stampa e l’allestimento di un “Percorso naturalistico” mai portato a termine. Ma Zamenhof Art cita anche la chiusura, da oltre un anno, di Area 42, ovvero lo spazio che dal 2021 era usato per allestire mostre e rassegne, il danneggiamento di due rocce di Foppe durante delle operazioni di pulizia e un bando per la gestione delle Foresterie del Museo che di fatto impediva, con una clausola, alla stessa Associazione di partecipare.

Zamenhof Art, senza troppi giri di parole, nel trovare dei responsabili di questa vicenda punta il dito contro la Direzione dell’Ente Riserva, accusandola di “boicottaggio ed ostruzionismo”. “Sorge il sospetto”, prosegue la nota, “che in tale contesto chi lavora al meglio e, nonostante gli impedimenti, ottiene risultati tangibili, dia fastidio. (…) Il buon funzionamento del Parco e del Museo probabilmente interessa solo a noi e ad ArchExperience che, a fronte di enormi sacrifici personali, ha continuato a garantire apertura, servizi, promozione ed eventi, avendo come unico sostegno economico l’incasso dei biglietti di ingresso, nonostante i circa 70mila euro di budget annuo dell’Ente Riserva provenienti dai tre Comuni su cui si espande il Parco e dalla Regione Lombardia”.

Durissima la chiusura: “Dove finiscono questi soldi? Un’idea ce la siamo fatta, ed è per questo che ci chiamiamo fuori, per non essere, anche solo moralmente, complici”. Difficile pensare che questa sfilza di accuse passerà inosservata e non causerà repliche e osservazioni. Intanto, Zamenhof Art ha preso la sua decisione, preferendo continuare le altre collaborazioni in essere al Parco di Luine a Darfo e di Carpene a Sellero.

Incidente sulla Statale 42, ferita anche una donna di 102 anni

Incidente sulla Statale 42, ferita anche una donna di 102 anni

C’è anche una donna di 102 anni tra le persone rimaste coinvolte nell’incidente stradale che ha causato lunghe code al traffico tra la Vallecamonica e l’Alto Sebino nel pomeriggio di martedì. Stando alla ricostruzione effettuata dai carabinieri della compagnia di Breno la donna, di Telgate, era a bordo di un’auto con alcuni familiari quando, poco prima delle ore 14:00, sulla Statale 42 all’altezza del Centro Commerciale Adamello, è rimasta coinvolta in una carambola insieme ad altre tre vetture.

Quattro, in tutto, le persone rimaste ferite: una donna di 63 anni e due uomini di 31 e 56 anni, oltre all’ultracentenaria, che è stata trasportata all’ospedale di Esine per le cure del caso, anche se fortunatamente non sarebbe in pericolo di vita, così come gli altri feriti. Sul posto, due ambulanze, una della Croce Rossa e una di Camunia Soccorso. A risentire, come detto, il traffico in zona, con il tratto interessato dall’incidente rimasto chiuso per un paio d’ore.

“Una ballata per Chiara”, a Lovere uno spettacolo sulla Santa Patrona della Televisione

“Una ballata per Chiara”, a Lovere uno spettacolo sulla Santa Patrona della Televisione

Lovere continua, in queste settimane, ad essere Borgo della Luce, con l’installazione curata da Marco Lodola dedicata ai 70 anni della televisione italiana. I ritratti dei personaggi più iconici del piccolo schermo, del passato e del presente, decoreranno fino all’8 settembre le facciate degli edifici del centro storico.

Si è però deciso di celebrare i 70 anni della tv anche con uno spettacolo, in scena sabato prossimo, alle ore 21:15, nella Basilica di Santa Maria in Valvedra. Qui andrà in scena, infatti, “Una ballata per Chiara”, spettacolo inserito all’interno di “deSidera Bergamo Festival” in collaborazione con il Comune di Lovere e dedicato alla figura di Santa Chiara, Patrona della Televisione.

Con Ippolita Baldini (attrice comica vista in programmi come Zelig e Colorado), che ne ha curato anche il testo insieme al regista Luigi Guaineri, “Una Ballata per Chiara” narra la vita di Chiara d’Assisi in chiave ludica, offrendo al pubblico un ritratto della Santa il più possibile fedele e rispettoso dei fatti, quanto delle scelte spirituali che hanno guidato Chiara nella sua crescita umana e spirituale, diventando una delle figure femminili più rilevanti e più rivoluzionarie della Storia.

Concentrandosi su alcuni episodi e personaggi che meglio si prestano a rappresentarne le gesta, senza dimenticarsi del coinvolgimento del pubblico, si prende spunto da vari aspetti della Commedia dell’Arte in cui leggenda e verità storica si confondono. Lo spettacolo è ad ingresso gratuito fino ad esaurimento dei duecento posti disponibili.

Il Pellegrinaggio in Adamello pronto a raggiungere Pejo con uno sguardo alle donne e ai giovani

Il Pellegrinaggio in Adamello pronto a raggiungere Pejo con uno sguardo alle donne e ai giovani

Una sguardo alle donne che hanno fatto la Storia ed uno al futuro delle penne nere. Saranno i due punti chiave del 60esimo Pellegrinaggio in Adamello, pronto a partire giovedì alla volta di Pejo, in Trentino. Proprio gli alpini della sezione trentina sono stati incaricati dell’organizzazione, che prevede, prima delle cerimonie ufficiali, la partenza delle colonne: giovedì si metterà in moto la Colonna 1, il giorno successivo le Colonne 2 e 3, sabato le Colonne 4 e 5.

Tutte si ritroveranno sabato nei pressi dell’arrivo della Telecabina Pejo 3000, dove alle ore 11:00 si terrà la Santa Messa in suffragio dei caduti di tutte le guerre. Quindi lo spostamento a Pejo dove, nel pomeriggio, ci sarà la deposizione della corona ai caduti nel cimitero di San Rocco. Domenica il gran finale si terrà a Cogolo di Pejo: qui, alle 10:15 è prevista la sfilata, seguita dai discorsi delle autorità.

Il Pellegrinaggio in Adamello quest’anno è dedicato alle donne portatrici del Vioz e dell’Adamello, ovvero a tutte coloro che, durante la Prima Guerra Mondiale, silenzionamente ma tenacemente hanno svolto incarichi di supporto ai soldati al fronte, collaborando anche alla realizzazione di trincee e baracche in quota.

Uno sguardo al passato, appunto, ma anche, come dicevamo, uno al futuro: tra le colonne in direzione Pejo ce ne sarà anche una composta dai ragazzi e dalle ragazze del Campo Scuola, che partiranno all’alba di sabato da Pisogne in autobus per raggiungere le altre colonne per la salita con la telecabina.

Inoltre, sarà consegnato il cappello alpino a 180 reclute del Centro Addestramento di Aosta. Due iniziative, queste, che guardano al futuro degli alpini ed al ricambio generazionale per le penne nere camune, trentine e non solo.