Negozi, box, ma anche terreni agricoli e appartamenti: sono differenti le tipologie di beni che, anche nella nostra provincia, sono stati confiscati alla criminalità organizzata. La Lombardia è la quarta regione italiana per numero di confische (3.163), mentre Brescia è la terza provincia lombarda per beni confiscati e già destinati al demanio, ad Enti Locali o al Terzo Settore: in tutto, 140 (ma il totale ammonta a 249).

La procedura di destinazione non è molto rapida: per questo nei giorni scorsi è stato firmato un protocollo della durata di tre anni per valorizzare questi beni e mettere a sistema ogni informazione utile, velocizzando le procedure di destinazione di edifici e terreni confiscati al crimine. Nel periodo 2019-2023 la Regione Lombardia ha finanziato 112 progetti di recupero di questi immobili, per una spesa di 6,8 milioni di euro.

Anche la Vallecamonica rientra in questo elenco, per un totale di 30 beni confiscati. Di questi, quindici (tra cui tredici solo sul territorio di Pian Camuno) sono ancora da destinare ad un ente o associazione, mentre i restanti sono già stati assegnati.

Uno dei più noti è Casa Felicia, a Gianico, residenza che il Comune, insieme all’associazione Libera e seguendo un progetto presentato dall’Associazione Terre Unite, ha trasformato in abitazione sicura per le vittime di violenza, ma anche sede di uno sportello di sostegno e di una bottega per autofinanziare le proprie iniziative. Il nome è un omaggio a Felicia Bartolotta, madre di Peppino Impastato, giornalista ucciso dalla mafia nel 1978, che si è battuta nella lotta contro la criminalità.

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