Anche il responsabile dell’ufficio tecnico di Berzo Demo torna in libertà. Fedele Bernardi era finito ai domiciliari, così come il primo cittadino del paese della Valsaviore, il 23 febbraio scorso nell’ambito di un’inchiesta su presunti appalti pilotati con l’accusa di turbata libertà degli incanti e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Ora il gip ha accolto la richiesta dei legali di Fedele Bernardi. Il dirigente però non potrà più occuparsi di pratiche relative agli appalti e a gare di interesse pubblico.

Secondo l’inchiesta nata dopo un esposto presentato dalla minoranza comunale, durante i bienni 2018-2019 e 2020-2022 il Comune di Berzo Demo si sarebbe rifornito di materiale edile tramite l’azienda Bonomelli di Saviore dell’Adamello che si era aggiudicata l’appalto ma che, a sua volta, avrebbe ottenuto il materiale dall’azienda di famiglia di Bernardi, di cui risulta socio al 45%.

Il 2 marzo Gian Battista Bernardi si era dimesso dalla carica di sindaco di Berzo Demo, aveva sostenuto l’interrogatorio davanti al gip e ribadito la sua estraneità agli addebiti. Poche ore dopo il giudice aveva revocato la misura degli arresti domiciliari sostituendola con l’obbligo di presentazione ai carabinieri. Oggi è arrivata la revoca anche per il funzionario municipale.

Altre tre persone -un imprenditore, il segretario comunale e un tecnico della Centrale Unica di Committenza Area Vasta Bresciana- sono indagate a piede libero nell’ambito dell’inchiesta.

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