(Foto da Facebook)

Manuel Faustinelli 33enne di Ponte di Legno, è morto nel pomeriggio di ieri mentre scalava la parete Nord della Presolana. La vittima, precipitata per cento metri nel vuoto, era un soccorritore del Cnsas, il Soccorso alpino e speleologico, che si trovava sulle creste della montagna bergamasca con un amico, anche lui tecnico Cnsas, quando, per ragioni ancora da chiarire, è precipitato nel vuoto per diverse decine di metri. L’amico ha lanciato l’allarme intorno alle 16:00.

Sul posto l’elisoccorso di Bergamo di Areu – Agenzia regionale emergenza urgenza e le squadre territoriali del Soccorso alpino, VI Delegazione Orobica, Stazione di Schilpario e tecnici di turno a Clusone. Pronti a partire a supporto delle operazioni altri soccorritori del Cnsas orobico. Le operazioni si sono svolte con condizioni ambientali molto complesse su di una parete tra le più alte e verticali delle Orobie.

A causa della nebbia che riduceva la visibilità sono state fatte diverse rotazioni per trasportare in quota, sopra le nebbie i tecnici che hanno iniziato a calarsi lungo la parete cercando di raggiungere i colleghi. A un certo punto una schiarita ha permesso all’elicottero di avvicinarsi e recuperato il tecnico di elisoccorso in parete con una difficile manovra, appesi al verricello sono riusciti a raggiungere il ragazzo precipitato. Il medico non ha potuto che constatare il decesso a causa dei traumi riportati. Con alcune rotazioni, nei pochi attimi in cui la nebbia ha consentito le operazioni è stato recuperato dall’elicottero anche l’altro alpinista, che è poi sceso a valle, illeso ma sotto choc con i soccorritori con il mezzo fuoristrada. L’intervento è finito in serata.

“In questo momento, il nostro pensiero è rivolto al dolore della famiglia, a cui porgiamo, con grande tristezza, le nostre condoglianze” ha scritto in una nota stampa ufficiale il Soccorso alpino lombardo.
Manuel aveva appena compiuto 33 anni, abitava a Pezzo di Ponte di Legno. Era dipendente della Sit, la società che gestisce gli impianti di risalita del comprensorio dalignese. Grande appassionato di montagna, aveva come obiettivo quello di diventare guida alpina. Lascia nel dolore la mamma Doris Maculotti, il papà Mario e il fratello Mattia, che lo aspettavano per cena. A quell’ora, invece, hanno capito che il loro Manuel se l’era preso la montagna, con tutto il fascino che aveva sempre esercitato su di lui.

Dall’inizio dell’anno sono già 15 gli incidenti mortali avvenuti sulle montagne della nostra provincia o che hanno riguardato alpinisti bresciani.

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