Le parole di Alessandro Bonomelli, presidente della Comunità Montana, circa le presunte “intimidazioni” rivolte a Coldiretti sulla questione Cissva non sono piaciute né a Paola Pezzotti né ad Ettore Prandini. Mercoledì mattina, cinque giorni dopo il duro attacco del presidente di Coldiretti dal palco della Fiera di Lonato, Bonomelli ha convocato una conferenza stampa in cui ha chiesto a Prandini di “aggiustare il tiro”, dichiarandosi pronto ad assumersi eventuali responsabilità di fronte a possibili minacce pronunciate a nome dell’ente comprensoriale.

Minacce che, però, Bonomelli ha ripetuto più volte non esserci state. Eppure, Prandini tira dritto per la sua strada, fino a valutare un esposto in Procura: “minacce e ricatti non fanno breccia in casa Coldiretti”, sono state le sue parole al Giornale di Brescia dopo la conferenza stampa.

Piuttosto, Prandini rilancia: “Se dalla Comunità Montana si sono sentiti in dovere di fare una conferenza stampa per replicare alle mie parole senza che nessuno direttamente li abbia mai citati, vuol dire che siamo davanti ad un’ammissione di colpa.

Se dicono che bisogna abbassare i toni, riconoscono che erano alti e non da parte nostra, ma di alcuni esponenti che in Valle incidono sulle scelte politiche”. Al centro, ancora una volta, il nuovo caseificio per cui l’ente camuno ha fatto un bando nella primavera scorsa e che più volte Bonomelli ha ribadito non essere antagonista di quello Cissva.

Una posizione che non convince Paola Pezzotti, presidente della Cooperativa: “Da quando ci sono io”, ha detto, “non ci è mai arrivato un euro. Si è parlato di progetti di rilancio: costituire una nuova realtà non va esattamente in questo senso”.

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