Alle 19,50 di domenica 20 maggio è stato raggiunto il quorum per rendere valido il referendum a Tavernola sul futuro del cementificio e la sua possibile riconversione industriale.

Il seggio allestito nelle scuole elementari è rimasto aperto dalle 8 alle 21 e sui 1.871 aventi diritto hanno votato in 985, pari al 52,64%.

Ha vinto il “Sì”, com’era scontato, ma il quorum è stato superato solo di misura: non c’è stato insomma l’effetto plebiscito su un tema che alla vigilia sembrava stare molto a cuore ai residenti del paese bergamasco.

I “Sì” alla prospettiva di dismettere e riconvertire lo storico stabilimento, ora di proprietà dell’Italcementi, sono stati 880, i “No” 98 (schede bianche 6 e una nulla).

Il nodo resta quello dei 72 dipendenti dello stabilimento, la metà tavernolesi. Sull’afflusso alle urne avrebbero pesato i dubbi e le apprensioni circa la prospettive future di questi lavoratori.

Non a caso il sindaco di Tavernola, Filippo Colosio, alla vigilia della consultazione aveva specificato che l’eventuale processo di riconversione del cementificio non sarebbe avvenuto dall’oggi al domani, ma avrebbe richiesto un arco di tempo più che decennale.

Ora gli amministratori incontreranno ancora una volta i vertici locali di Italcementi, che fa parte della multinazionale tedesca Heidelberg, il gruppo che dall’inizio dell’anno gestisce il cementificio e che ha dimostrato di essere aperto al dialogo e al confronto.

Share This