Il recesso dalla Cooperativa Cissva e il futuro dell’Ato di Valcamonica lunedì sera sono stati due i punti caldi all’ordine del giorno dell’assemblea della Comunità montana e del Consorzio Bim.

I delegati hanno votato tutti a favore – eccetto il Comune di Cerveno, che si è astenuto – alla revoca delle delibere del marzo 2021 e hanno fatto uscire i due enti comprensoriali dalla cooperativa Cissva come soci sovventori del Caseificio di Valle Camonica.

In vista di un piano di rilancio del settore lattiero-caseario, Comunità e Bim avevano chiesto una modifica statutaria per aggiornare la governance della storica Cooperativa, manifestando la volontà di partecipare all’aumento del capitale sociale. La sottoscrizione delle quote è avvenuta, ma l’assemblea straordinaria dei soci Cissva dello scorso gennaio ha modificato ulteriormente lo statuto, annullando i correttivi concordati e introdotti un anno prima. Non essendo stati mantenuti gli impegni, gli enti presieduti da Sandro Bonomelli hanno deliberato l’uscita dalla Cissva. Entrambi detenevano il 14,16% delle azioni, complessivamente un investimento di oltre 300mila euro. La revoca comporta anche la richiesta della restituzione delle somme sottoscritte quale aumento del capitale sociale del caseificio.

Il delegato del Comune di Pontedilegno, Mario Bezzi, che nei mesi scorsi ha cercato di dialogare coi vertici della Cissva per trovare una soluzione ai problemi, ha ribadito nel corso della sua relazione in assemblea che, se i soci decideranno di rivedere la propria posizione accettando le proposte degli enti per il rilancio, saranno ascoltati. Rimanendo in tema, Bezzi ha poi presentato il progetto del polo che la Sit di Pontedilegno intende realizzare in Val Sozzine per la valorizzazione e il rilancio di agricoltura e allevamento in montagna e ha riferito della costituzione della società no profit “Agricoltura etica nella Valle dei Segni” alla quale possono aderire tutte le realtà produttive e agricole camune.

Ha preso poi la parola un altro amministratore di lungo corso dell’alta Valle, Corrado Tomasi, presidente di SIV, Società idrica di Vallecamonica, per parlare del tanto sospirato Ato di Vallecamonica per la gestione autonoma del ciclo idrico. Un sogno che la decisione del ministero della Transizione Ecologica di impugnare davanti alla Corte costituzionale la Legge regionale di istituzione del bacino idrico della Valle Camonica ha infranto a febbraio.

Ma gli amministratori camuni sono compatti e la Comunità montana ha dato incarico a un avvocato di stendere una prima memoria, mentre una seconda sarà presentata da un Comune tramite uno studio di Roma, che conosce i meccanismi costituzionali. Nelle more del pronunciamento della Corte costituzionale, che potrebbe richiedere mesi, se non un anno, c’è il rischio che la Valcamonica venga esclusa dai fondi regionali e del Pnrr.

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