La Comunità Montana, nell’ambito delle attività da ente gestore della Riserva della Biosfera Vallecamonica-Alto Sebino, ha da poco terminato i lavori di un altro impianto di fitodepurazione. Questa volta, ad essere protagonista dell’intervento è stato il Rifugio San Fermo a Borno: il progetto, dal costo di 82mila euro, è stato svolto a partire dall’estate scorsa, in previsione di un’entrata in funzione a pieno regime a partire dall’estate 2023.

L’installazione dell’impianto, che serve a garantire una depurazione naturale delle acque reflue riproducendo l’autodepurazione degli ambienti acquatici, fa parte del Piano di Azione e Cooperazione della Riserva a favore della valorizzazione sostenibile degli insediamenti alpini isolati, tra cui i rifugi, appunto, nell’ottica della riduzione del potenziale inquinamento puntiforme che da essi deriva.

Quello del Rifugio San Fermo segue l’impianto di fitodepurazione pilota inaugurato nel corso dell’anno presso malga Blumone, a Breno, e la realizzazione dal CAI Lissone di un impianto a servizio del Rifugio Lissone in Valle Adamè.

“Questo intervento, innanzitutto migliorativo dal punto di vista ambientale, dà un importante segnale di attenzione nei confronti del nostro territorio, tanto bello quanto fragile”, sono state le parole di Matteo Rivadossi, sindaco di Borno, “nella strada intrapresa di tutela ambientale, decisiva è stata la sinergia con la Comunità Montana di Valle Camonica, che oltre a stanziare le risorse, ha collaborato alla definizione del progetto ed alla realizzazione dell’intervento, lavorando sempre a fianco della sezione Cai di Borno, concessionario della struttura”.

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