Le prime vittime del fenomeno della “desertificazione bancaria”, che sta riducendo sempre di più la presenza di sportelli bancari sul territorio bresciano, sono le piccole realtà, Comuni di montagna che si ritrovano senza neanche un punto di riferimento per sbrigare operazioni e ricevere assistenza in paese.

L’Osservatorio creato dalla First Cisl, il sindacato dei bancari, ha rilevato che al 31 dicembre 2022 in tutta la Provincia i Comuni senza sportelli erano ventinove. Di questi, quindici sono in Vallecamonica: Berzo Inferiore, Braone, Cerveno, Cimbergo, Incudine, Losine, Lozio, Monno, Ono San Pietro, Paisco Loveno, Paspardo, Saviore dell’Adamello, Sellero, Sonico, Temù e Vione.

La chiusura degli sportelli riguarda però anche i centri di medie dimensioni, dove il loro numero dal 2015 al 2022 è calato: a Breno, ad esempio, si è passato da sei a quattro, a Piancogno da tre a due, ad Esine da quattro a tre, a Pian Camuno da due ad uno, a Pisogne da sette a cinque.

Anche il Comune più popoloso della Valle, Darfo, ha subìto delle chiusure, passando così da quattrodici sportelli e dieci. Una conseguenza anche delll’avanzare della digitalizzazione e delle possibilità di effettuare numerose operazioni online, che stanno però impoverendo i Comuni più piccoli e mettendo in difficoltà chi fatica ad utilizzare il web.

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