Il lavoro di DomaniZavtra nei confronti della popolazione ucraina martoriata dalla guerra prosegue senza sosta, con viaggi continui fino al confine con l’Ucraina e consegne nelle mani di chi, poi, ha il compito di recapitare il tutto alle strutture ed alle persone delle città più colpite.
E’ successo anche questo fine settimana, quando una delegazione dell’associazione darfense presieduta da Diego Simonini è partita per consegnare tre ambulanze donate (grazie anche alla mediazione di Manolo Bosio, presidente dell’Arnica di Berzo Demo) dal Centro Operativo Soccorso Pubblico di Mazzano, dal Soccorso Ambulanza Roncadelle Castel Mella e dal Volontari ambulanza Nuvolento.
Tre mezzi carici di farmaci, presidi medici-chirurgici e di una macchina Vac per la cura delle ferite, questa donata dall’Avis intercomunale di Darfo, Angolo Terme, Gianico, Artogne e Pian Camuno. La consegna delle chiavi delle tre ambulanze è avvenuta all’interno di una piccola cerimonia. Oltre a queste, al confine DomaniZavtra ha portato anche due furgoni carichi di altri aiuti, trasferiti su mezzi veloci che raggiungeranno Kiev e Chernihiv.
“E’ stato un intervento complesso, ma l’aiuto di tantissimi volontari ed amministrazioni lo ha reso possibile. Grazie all’Avis intercomunale, che ha caricato un macchinario speciale per la guarigione delle ferite dovute alla deflagrazione delle bombe; all’Ubi Banco di Brescia che è riuscita in tempi rapidi ad aiutarci ad organizzare il viaggio. E’ stato un lavoro di squadra, non solo dei volontari, ma di tutto coloro che in questo mese e mezzo hanno sostenuto l’associazione”.
Simonini, nel viaggio, è stato affiancato da Mario Faccardi (membro cons. direttivo), guida la delegazione di cui fanno parte: Stefania Berlinghieri (responsabile medico-sanitaria), Larysa Kryvulia (resp. delle relazioni con lo stato Ucraino), Gabriele Crimella, Paolo Bassani, Antonio Terna, Giacomo Morandini, Giulio Berlinghieri, Roberto Toninelli, Michele Raiano, Michael Costantino e Fabrizio Prestini. Il gruppo camuno è poi ripartito alla volta della Vallecamonica: “C’è un po’ di amarezza per non essere riusciti ad arrivare a Chernihiv, che è la città con cui abbiamo un legame particolare”, ammette Simonini.