Sono trascorsi 5 anni: era il 2017 quando il Comune di Berzo Demo aveva emesso all’ordinanza contingibile e urgente che imponeva al curatore fallimentare dell’ex Selca di Forno Allione di effettuare le attività necessarie per la messa in sicurezza delle acque sotterranee attraverso uno sbarramento idraulico in grado d’intercettare le acque di falda contaminate da fluoro, interrompendo così la migrazione verso valle e verso l’Oglio delle sostanze inquinanti.

Il provvedimento comunale prevedeva anche di eseguire il monitoraggio delle acque trimestralmente per almeno due anni. Tutte indicazioni a cui la curatela fallimentare del sito industriale dismesso si era opposta, facendo ricorso contro il Comune e la Provincia, che si vedranno ora pagate le spese di giudizio. Oltre al respingimento del ricorso da parte del Tar a giugno 2021, nelle scorse ore anche il Consiglio di Stato ha ritenuto le osservazioni del curatore infondate e l’ordinanza comunale legittima.

Il Tribunale Amministrativo Regionale di Brescia aveva così motivato la decisione: “La responsabilità dell’inquinamento è imputabile alla curatela anche per attività proprie”, considerato che “dal 2010, pur avendo la disponibilità dell’area, non ha effettuato la rimozione dei rifiuti presenti sul sito”, operazione chiesta più volte a fronte dell’elevato rischio di inquinamento.

I giudici del Consiglio di Stato hanno confermato quanto deciso dal Tar di Brescia, rigettando l’appello della curatela, e la sentenza  è definitiva.

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