Come richiesto un mese fa dall’assessore regionale all’Ambiente Giorgio Maione, si è tenuto venerdì a Palazzo Broletto un incontro tra gli attori coinvolti nel caso ex Selca di Forno Allione, al quale era atteso anche il curatore fallimentare Giacomo Ducoli, che però non si è presentato.

A Brescia per fare il punto sullo spostamento dei rifiuti pericolosi c’erano solo gli enti pubblici: oltre al Prefetto, i rappresentanti di Comune di Berzo Demo, Regione, Provincia e Comunità montana, che senza gli aggiornamenti del curatore poco hanno potuto concludere.

Come noto, Arpa ha chiesto che i 37 mila metri cubi di rifiuti speciali vengano rimossi, ma la situazione ad oggi è di completo stallo, senza contare che dall’area di smaltimento individuata in Austria continuano ad arrivare richieste di approfondimento: le autorità austriache anche la scorsa settimana hanno voluto analizzare dei campioni del materiale da conferire.

Intanto i rifiuti rimasti all’esterno stanno inquinando la falda. Arpa ha trovato in un piezometro quasi 9 mila microgrammi al litro del tossico floruro: un valore oltre sei volte il limite per le acque sotterranee.

Ducoli, commercialista di Breno, per procedere allo smaltimento ha 2,5 milioni di euro, sufficienti a rimuovere solo il 10% dei rifiuti. La Regione ha messo a disposizione 1,5 milioni di euro, la Provincia 1 milione e la Comunità Montana 4 milioni di euro di fondi Odi. Ma il totale è meno della metà di quello necessario per la completa rimozione dei rifiuti, che ammonta ad almeno 20 milioni di euro.

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