Le grandi calamità naturali o pandemiche hanno portato la Fondazione della Comunità Bresciana ad attivare raccolte fondi straordinarie; tuttavia, la Fondazione presieduta da Alberta Marniga ha deciso di non dare corso, per questo momento di emergenza internazionale, a seguito dell’aggravarsi della guerra in Ucraina, ad una raccolta del genere, ma di mettere a servizio del territorio e della comunità la propria ventennale esperienza, promuovendo un tavolo di confronto comune tra Terzo Settore, portatori qualificati dei bisogni emergenti, mondo imprenditoriale e istituzioni di riferimento, con la finalità di valorizzare le energie che serviranno per accogliere e supportare al meglio l’inserimento dei profughi, che giungeranno presto anche nel nostro Paese e quindi nella nostra provincia.

Per far sì che i profughi in arrivo possano sentirsi realmente accolti, sarà necessario realizzare numerose attività di risposta ai diversi bisogni. “In concreto – oltre alle prime soluzioni di tipo abitativo a cui bisognerà dare continuità e stabilità – dalla nostra esperienza di supporto alle fragilità, si dovrà presumibilmente valutare l’attivazione di servizi come ad esempio corsi di italiano, sostegni psicologici ed anche pensare alla possibilità di un’occupazione lavorativa” si legge nella nota diffusa.

La Fondazione è convinta che il metodo del dialogo e del confronto tra i vari attori del territorio, che tanti benefici ha già portato attraverso i tavoli di co-progettazione nati al suo interno in questi ultimi anni, sia la via da seguire per ottenere il massimo risultato ed evitare inutili sovrapposizioni. Pertanto si attiverà nei prossimi giorni per il coinvolgimento dei soggetti interessati.

Intanto i volontari di DomaniZavtra ODV hanno comunicato che venerdì sera da Pisogne sono partiti due mezzi carichi dei beni di prima necessità richiesti (e donati con grande generosità dalla popolazione camuna). Il primo mezzo entrerà in frontiera per consegnare materiale sanitario e un primo invio di alimenti a lunga conservazione. Nel secondo c’è quanto serve per il campo di accoglienza dove si trovano donne e bambini. Altri furgoni carichi di beni si sono diretti nel milanese, dove alcuni autotrasportatori si sono offerti di aiutare gratuitamente l’associazione nelle operazioni di consegna.

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