“Abbiamo la necessità di ricevere al più presto un progetto operativo e gestionale che contenga un piano degli interventi adeguato alle necessità di miglioramento del servizio idrico integrato del nostro comune”. La nuova amministrazione di Darfo Boario Terme, guidata da Dario Colossi e insediatasi da pochi giorni, si è rivolta così ad Acque Bresciane, al fine di valutare le condizioni per un possibile superamento dell’attuale gestione in economia dell’acqua sul territorio comunale.

“La situazione di emergenza idrica ci impone una serie di riflessioni su tutti gli aspetti che riguardano l’esigenza di una gestione ed investimenti che permettano di affrontare al meglio anche le future sfide derivanti dal cambiamento climatico” precisa la lettera che il sindaco ha inviato alla srl che si occupa di servizio idrico integrato nella nostra provincia.

Colossi, nel lungo post a cui allega la lettera in questione, spiega, rivolgendosi ai cittadini: “Abbiamo deciso di dare inizio a un percorso che possa valutare un progetto di cessione della gestione del sistema idrico integrato del Comune, anche per i relativi investimenti fermi da decenni, ad una società pubblica individuata da AATO “ambito territoriale ottimale” di Brescia, come richiesto dalle normative vigenti europee e nazionali”.

Questa affermazione, che ha destato non poche reazioni contrarie sui social, è al tempo stesso completata da una precisazione: “Verrà valutata attentamente anche la questione legata all’attuale contenzioso in essere tra Governo e Regione Lombardia sul tema dell’istituzione di un Ato per la Vallecamonica con la possibilità che un eventuale presa d’atto dell’affidamento ad Acque Bresciana sia successivamente trasferibile al futuro gestore dell’Ato della Vallecamonica se riconosciuto e costituito”. La neonata amministrazione si auspica che l’iter possa portare a un finale positivo, ma ritiene che oggi rimanga una battaglia legale dal finale incerto.

Molto critiche di fronte alla mossa della nuova amministrazione le opposizioni: per La Civica soprattutto, che ha dichiarato che, negli ultimi 10 anni, ha messo in campo tutte le azioni possibili per mantenere la gestione idrica in house aderendo al nascente Ato camuno. “È stato fatto per dare al nostro territorio una gestione idrica interna che possa garantire costi molto inferiori e costruire strategie di gestione condivisa delle risorse” ricorda Paola Abondio. Dall’altra Francesca Benedetti si è dichiarata preoccupata “perchè i territori della Valcamonica stanno lottando e resistendo da tempo per avere una gestione in autonomia delle proprie risorse”.

L’adesione all’Ato bresciano comporterà un notevole aumento delle bollette secondo le minoranze: il costo al metro cubo in bolletta per Acque Bresciane si avvicina ai 3 euro, mentre la gestione sul territorio camuno costa 1 euro al metro cubo.

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