La pioggia, seppur timida, ha concesso una tregua agli elicotteri, Canadair ed Erickson e ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai numerosi volontari che da una settimana ormai lavorano senza sosta per far fronte ai roghi che hanno devastato le montagne dell’alta Vallecamonica. Circa 400 ettari di bosco tra Sonico, Edolo, Vezza d’Oglio e Vione sono finiti in fiamme.

Un incubo iniziato il 23 marzo con il rogo di Sonico appiccato a Villincampo (perché da subito si è parlato di dolo) e che, complici il vento e l’eccezionale siccità, è riuscito ad estendersi alla Val Rabbia, al monte Foppa e a raggiungere il Monte Colmo di Edolo, la Val Gallinera e la zona di Malga Stain dove il rifugio è stato in serio pericolo.

Ma non solo: domenica un altro fronte importante si è sviluppato (e anche qui quasi certamente per mano di piromani) in tre punti della Val Grande di Vezza, al confine con Vione, territorio in cui lunedì sera, nella località Premia, sono partiti quattro inneschi. Al lavoro una cinquantina di volontari AIB e Vigili del fuoco, oltre che velivoli di Stato e Regione.

Non bastasse, nel pomeriggio di martedì è arrivata ai Dos la segnalazione di un incendio anche a Paisco Loveno, dove le fiamme, forse partite da un fuoco di pulizia acceso dagli operai di un’impresa, hanno bruciato quasi 6 mila metri quadrati di bosco e pascolo.

Sui luoghi degli incendi sono ancora al lavoro alcune squadre della Protezione Civile AIB e dei Vigili del fuoco in mattinata sono intervenuti ancora gli elicotteri per bonificare tutto il perimetro all’interno del quale i focolai continuano ad ardere. Si spera che le precipitazioni previste si facciano abbondanti in modo da poter sospendere i lavori di spegnimento e bonifica, che, oltre a richiedere energia e tempo, hanno anche dei costi elevati in termini di spesa pubblica.

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