La guerra scoppiata giovedì in Ucraina sembra essere lontana dal concludersi rapidamente. E con il passare dei giorni, l’emergenza umanitaria si fa sempre più pressante: l’area di Kiev è praticamente sotto assedio, con le scorte già esaurite e la popolazione costretta a nascondersi nei rifugi sotterranei.

A questa già tragica realtà, se ne aggiunge un’altra, che Domani Zavtra segue con particolare apprensione. L’Associazione con sede a Darfo da anni si occupa di prendersi cura di chi, in Ucraina, non ha nessuno, soprattutto i bambini che si trovano negli orfanotrofi.

“Noi copriamo un’area abbastanza ampia, al momento esistono realtà abbastanza diverse tra di loro”, ci racconta Diego Simonini, che dell’associazione è presidente, durante una pausa in queste giornate di lavoro frenetico per Domani Zavtra, “alcuni istituti si trovano fuori dalla direttrice verso Kiev e sono stati preservati dalla visione del passaggio dei carroarmati. E’ una cosa che ci rincuora. Ma ce n’è uno che, invece, si trova proprio sulla direttrice, ed è stato tra i primi ad assistere al loro arrivo”.

Dentro questi istituti, tantissimi bambini: “Sono tutti rintanati nelle cantine e nei seminterrati, i direttori che siamo riusciti a contattare ci garantiscono che stanno tutti bene, ma hanno da mangiare per i prossimi due-tre giorni”, prosegue Simonini, secondo cui questa fase, seppur di transizione, sta già causando molta paura.

L’Associazione riesce ad essere al corrente su quanto stia accadendo grazie ad alcuni referenti che si trovano nella vicina cittadina di Černihiv: “Sono ragazzi usciti dagli istituti negli anni scorsi e che sono rimasti affezionati all’Associazione. Ci raccontano di una situazione difficile, con esplosioni ed attacchi. Černihiv è a nord rispetto a Kiev, ma lungo la direttrice che collega il confine bielorusso e russo con la capitale”.

Anche a Darfo, insomma, si vive la situazione “minuto per minuto, nella speranza che questa pazzia possa terminare”. Cosa si può fare, quindi, adesso, per aiutare chi si trova in questa tragica situazione? “Stiamo lavorando per un intervento non nell’entroterra, cosa ora impossibile, ma per avere un corridoio umanitario sicuro verso L’viv, al confine con la Polonia, per poter portare materiale medico e beni di prima necessità. Abbiamo già recuperato un’ambulanza, ne stiamo cercando un’altra. In questo momento abbiamo aperto una raccolta fondi per raccogliere le finanze per poter avviare questo tipo di aiuto”.

Simonini specifica che “non chiediamo ora la raccolta di vestiti o altro perché sarebbe complicato consegnarli”, ma è anche consapevole che “più avanti ci sarà bisogno di un aiuto disumano: la situazione era già complicata per gli istituti prima, ora sono due settimana che sono abbandonati a loro stessi”.

La speranza è che la situazione si normalizzi, per poter consentire all’Associazione di poter intervenire: “a seconda di come evolverà la situazione potremo anche chiedere la donazione di vestiario, alimenti a lunga scadenza, ma questo servirà in una seconda fase”. Per poter effettuare una donazione, l’Iban è IT03N0306909606100000128584.

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