La Festa del Lavoro a Niardo è stata occasione per ricordare chi da quasi un anno il lavoro l’ha perso, o ha dovuto far fronte ad una situazione di emergenza e difficoltà che purtroppo non può ancora dirsi risolta. A farsi portavoce di quella popolazione che ha subìto i danni maggiori dall’alluvione del 28 luglio scorso è stato Carlo Sacristani, sindaco del paese, approfittando della celebrazione del 1° maggio voluta proprio a Niardo dalle organizzazioni sindacali.

Oltre duecento le persone che furono sfollate quella notte, ha ricordato il primo cittadino, quando in due ore e mezzo si riversarono su Niardo 187 millimetri di acqua sotto forma di grandine, e si verificarono undici colate dai torrenti Re e Cobello, per un totale di 400mila metri cubi di detriti e fango.

Lo sforzo di niardesi e dei volontari fu sotto gli occhi di tutti nelle settimane successive: ad oggi, dieci famiglie non sono ancora rientrare nelle loro abitazioni ed alcune aziende si sono dovute trasferire altrove. La macchina della solidarietà, ha ammesso Sacristani, ha fatto molto, ma purtroppo non è bastato: “Dopo molti mesi dall’accaduto”, sono state le sue parole, “famiglie e aziende che hanno subìto i danni attendono ancora risposte dal Governo per il primo ristoro, impossibilitati ad affrontare economicamente la ripresa”.

Il 1° maggio è diventato così occasione per il sindaco per lanciare un nuovo appello alle istituzioni, “affinché finalmente arrivino i finanziamenti degli indennizzi che permettano in tempi brevi la ricostituzione di quel tessuto sociale e imprenditoriale duramente colpito e che i piccoli Comuni di montagna come i nostri, già sofferenti per un’economia minimale, hanno urgenza di ripristinare”.

La giornata ha visto anche gli interventi di Ivan Markus, coordinatore dei volontari di Protezione Civile del Centro Operativo Comunale istituito dopo l’alluvione, di Francesco Martinelli, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza della Cisl e di Daniela Barbaresi della Segreteria della Cgil Nazionale.

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