Dopo la recente notizia del commissariamento della ditta Cosmopol, vincitrice dell’appalto che interessa anche i Siti museali camuni, il Collettivo 5,37 sostiene che sia ancor più necessario mantenere alta l’attenzione e approfondire la situazione attuale, invitando tutti a una riflessione critica collettiva sulle condizioni dei lavoratori esternalizzati che operano in questo settore.

Per farlo, proprio in questi giorni, c’è una mostra fotografica all’interno del più ampio Festival della fotografia “Segni”, che verrà presentata domenica 10 settembre alle 17 presso la Cittàdella Cultura di Capo di Ponte, insieme alle altre Associazioni partecipanti all’esposizione, alla presenza dei membri del Collettivo, parte dei lavoratori dei Siti museali e dell’autrice delle fotografie della mostra, Veronica Marioli.

“Abbiamo accettato con entusiasmo la proposta, considerando il Festival un’occasione importante per far conoscere il nostro intento e le nostre attività, soprattutto nell’anno di BergamoBrescia Capitale della Cultura” affermano dal Collettivo, nato ufficialmente il 1° maggio 2023 in seguito alle proteste dei lavoratori e delle lavoratrici impiegati a supporto della vigilanza e accoglienza nei più importanti musei e parchi archeologici della Vallecamonica, ovvero il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane e il Museo Nazionale della Preistoria (MuPre) a Capo di Ponte, e il Museo Archeologico Nazionale di Cividate Camuno.

Questi siti sono gestiti dal Ministero della Cultura anche attraverso l’esternalizzazione dei servizi di vigilanza e accoglienza, con appalti che si rinnovano ogni anno o ogni due anni: in questo caso, nel dicembre 2022, la Direzione Regionale Musei Lombardia ha appaltato a una ditta avellinese – con un fatturato consolidato che nel 2019 ammontava a 135 milioni di euro – la gestione di 11 Siti lombardi, indicando come contratto applicabile Servizi Fiduciari. La paga oraria proposta dalla ditta vincitrice ai lavoratori è stata infatti di 5,37 euro lordi all’ora. Per questo motivo i lavoratori hanno scelto di non firmare il contratto, aprire una contrattazione sindacale e non presentarsi al lavoro, fatto che ha portato alla chiusura dei Siti nella prima settimana di dicembre e ha permesso di strappare un accordo, comunque deludente: una paga oraria di 6.25 euro lordi l’ora. Il Collettivo si pone l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione.

Uno dei modi per farlo è proprio la mostra, che prende il titolo di “Patrimonio umano”, vale a dire le persone che rendono le celebrate bellezze d’Italia effettivamente aperte, custodite, visitabili. Le fotografie esposte altro non sono che i ritratti di alcuni lavoratori e lavoratrici esternalizzati dei siti nazionali camuni, che hanno scelto di esporsi in prima persona, per denunciare una situazione che va avanti da anni, impegnandosi in un’azione collettiva.

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