Nel lago d’Iseo si sta provando a favorire la rinascita e il ripopolamento delle alborelle. Una specie d’acqua dolce paragonabile alle sardine di mare, che manca da almeno una decina d’anni, con colpe da attribuire sia alla pressione della pesca sia all’inquinamento dell’acqua. La pesca dell’alborella nel Sebino è vietata da oltre 10 anni proprio per questo motivo.

A inizio maggio, grazie a un finanziamento di 50mila euro concesso da Regione Lombardia, esperti della Riserva delle Torbiere, del Comune di Iseo e pescatori professionisti hanno individuato tre zone idonee a creare nuovi letti di frega per le alborelle: uno dentro la Riserva, uno nelle Lamette e uno a Clusane in zona Punta dell’est.

Nel lago, in un’area complessiva attorno ai 700 metri quadri dove il fondale è stabile, sono state calate di alcune tonnellate di pietrisco, laddove negli ultimi tempi sono state avvistate delle alborelle, tornate timidamente a sguazzare nel Sebino, nella speranza che ricomincino a riprodursi.

Il lavoro di ripopolamento del lago sta passando anche dall’incubazione a Clusane di decine di migliaia di uova di pesce di diverse specie e dal rilascio degli avannotti: trote marmorate, lucci, persici reali e tinche, ma anche agoni, le famose sardine di lago.

Share This