Si dimostra fiducioso e sereno attraverso un aggiornamento del suo stato di Whatsapp, Giambattista Bernardi, 42enne sindaco di Berzo Demo, sul quale già ieri mattina, a poche ore dal suo arresto disposto dalla Procura di Brescia, si leggeva: “Per chi volesse sapere…L’onestà vince sempre. Dimostrerò ancora che è così. Sempre sorridente”.
Nel frattempo la Prefettura l’ha sospeso dall’incarico di sindaco del paese della Valsaviore, come previsto dalla legge.

In carica da otto anni, il primo cittadino è ai domiciliari, così come lo è il responsabile del Servizio del Settore Tecnico Manutentivo e Patrimonio Fedele Bernardi. L’accusa nei loro confronti è di avere pilotato alcuni appalti per affidare alcuni lavori pubblici senza avere messo in atto il principio della turnazione delle aziende, così come prevede la normativa.

Turbata libertà degli incanti” il reato contestato al sindaco di Berzo Demo, in concorso con Fedele Bernardi a cui la procura di Brescia contesta anche quelli di “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, in concorso con il Segretario comunale Paolo Scelli, indagato a piede libero.

Nel registro degli indagati sono finiti anche l’imprenditore 60enne di Saviore, Aldo Bonomelli, che si sarebbe aggiudicato uno dei bandi ora nel mirino della magistratura, e uno dei componenti della Cuc, la Centrale unica di committenza Area vasta Brescia, il 41enne Piermario Arrighini.

Quattro i bandi finiti al centro delle indagini condotte dai carabinieri tra il 2020 e il 2021 dopo una serie di segnalazioni di alcuni cittadini sugli appalti.

I primi due riguardano le forniture di materiali edili al Comune per i bienni 2018-2019 e 2020-2022, il terzo è relativo all’affidamento delle pulizie degli edifici comunali per il triennio 2021-2024, il quarto riguarda il servizio di videosorveglianza sulle strade del paese. Appalti nel complesso da qualche decina di migliaia di euro.

Quanto alla contestazione più pesante, che riguarda da vicino l’azienda di famiglia del sindaco, la Bernardi srl: secondo la ricostruzione degli inquirenti ad aggiudicarsi la gara d’appalto per la fornitura di materiali edili al Comune era stata la Bonomelli Materiali Edili di Saviore dell’Adamello. Per chi indaga e ha vagliato le intercettazioni telefoniche, a vendere al Comune i materiali necessari per l’esecuzione di piccoli lavori di manutenzione sarebbe stata proprio la Bernardi srl, di cui il primo cittadino è socio del 45% delle quote.

Nel caso del bando per il servizio di pulizia negli edifici comunali, a Fedele Bernardi viene contestato il fatto di avere costruito un bando ad hoc per consentire di rinnovare l’appalto per il triennio 2021-2024 alla cooperativa che fino a quel momento si era occupata del servizio. Stesso giochetto sarebbe stato attuato per il bando relativo all’affidamento del servizio di videosorveglianza.

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