Si sono chiuse negli ultimi giorni le iscrizioni alle scuole bresciane e sono stati già forniti dati significativi sull’andamento dell’istruzione nella nostra provincia.

In tendenza con gli ultimi anni, ma al contempo molto preoccupante, il dato sulla diminuzione delle iscrizioni alle scuole primarie che cala vertiginosamente, dai 10.179 nuovi alunni dell’anno in corso di svolgimento agli appena 9.429 del prossimo, questo dato può essere per giunta interpretato in una sola maniera, visto che ci riferiamo a un livello scolastico ancora pienamente obbligatorio: il sempre più basso tasso di natalità che induce a una minor presenza di bambini per ogni annata. La situazione nei prossimi anni può solo che peggiorare, andando a coinvolgere anche tutti gli altri gradi dell’istruzione.

Notizie sicuramente migliori quelle riguardanti i nuovi inserimenti negli istituti superiori, a fare piacere il dato sulla dispersione scolastica fermo all’8%, dato sicuramente ancora migliorabile, ma comunque di buona fattura in quanto inferiore sia a quello lombardo che nazionale. Un altro elemento da sottolineare è la maggior propensione dei bresciani verso gli istituti tecnici piuttosto che verso i licei, infatti detengono il numero più alto di nuovi iscritti negli istituti della nostra provincia con 4.301 a discapito dei 4.278 dei secondi. La differenza è veramente minima ma comunque carica di significato in quanto i licei in tutto il resto dell’Italia vantano un numero di iscritti sempre maggiore e decisamente superiore rispetto a tutte le altre scuole.

Lontani da questa lotta a due per la vetta, ma comunque in crescita, sia i centri di formazione professionale che l’istruzione statale professionale vera e propria. Sono i primi a vantare il maggior numero di iscritti, riuscendo perfino a sfondare quota 2000 alunni, precisamente 2.045, mentre è lontana da questa quota l’altra tipologia di professionale, costretta a fermarsi a 1683. La preferenza verso i centri di formazione (CFP) può essere spiegata con il fatto che siano necessari 3 anni soltanto per portarli a termine, in contrasto con i 5 della seconda opzione.

Entrando ora nello specifico, per quanto concerne i tecnici, a portare così in alto il numero di new entry ci hanno pensato soprattutto le 1.235 adesioni alla branca amministrazione, finanza e marketing (leader incontrastata come ogni anno). Si rilevano poi le 709 iscrizioni per l’informatica, le 489 per un campo turistico in grande spolvero, mentre la meccanica dei vecchi tempi, pur unita alla meccatronica, si arresta a 399 scelte.

Nella classifica interna dei licei, invece, dominio assoluto dello scientifico, che, inglobando anche l’opzione delle scienze applicate, porta al suo interno il 43% dei nuovi studenti. Bene anche il linguistico e le scienze umane, rispettivamente al 14 e al 26%, nel secondo parametro si tiene conto anche dell’opzione economico – sociale, molto gettonata negli ultimi tempi. Gli ultimi indirizzi storici mancanti finora sono quelli che hanno riscontrato i dati peggiori: l’artistico con un consenso del 7%, reso stonato non tanto dalla percentuale in sé e per sé ma dal confronto impietoso con l’anno prima, quando le preferenze avevamo avuto un boom alzandosi fino al 9%.  Ma il vero crollo lo ha fatto registrare il classico con il 4,5% delle iscrizioni, perdendo un altro punto percentuale rispetto al dato già non esaltante dell’anno prima, indirizzo che sta quindi perdendo inesorabilmente la sua importanza, diventando sempre più di nicchia.

(Scritto da Giulio Frerini)

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