Su Ginevra di Marco non ci piove: ci sono voce, esperienza, intelligenza nella scelta del repertorio, capacità di porgere. Su Tenco altrettanto, anche in virtù di un repertorio tutt’altro che ampio, coerente, temporalmente molto definito. Il rischio, ad interpretare Tenco, è la lesa maestà consierando la devozione religiosa dei suoi estimatori.
Di tributi a Tenco se ne sono visti parecchi. Grossomodo, se ci liberiamo degli esercizi scolastici proposti dai talent, le linee di tendenza sono tre. La prima strada è ‘filologica’: reinterpretare nell’assoluto rispetto delle origini, col rischio di fornire prodotti alla ‘Tale e quale show’, generando il dubbio se valga la pena di investire energie per arrivare alla replica, quando si può godere dell’originale.
La seconda quella di unire musica colta alla musica colta, scelta molto frequentata dalle interpreti donne. Negli anni scorsi ha portato al nascere di album e spettacoli più che dignitosi ma tutt’altro che digeribili se non assunti in piccole dosi. Tra i fedeli e gli sfiziosi si inseriscono infine i ribelli che rivoluzionano e stravolgono.
Strada comoda, perchè male che vada ti permette di dire che non sei stato capito dai nostalgici, strada raramente capace di produrre qualcosa di sostanzialmente buono, a meno che tu abbia il fascino e la grinta di Loredana.
Il merito di Ginevra, in relazione a questa lettura di Tenco, è quello di condurre l’interpretazione mantenendola nel solco della tradizione, senza ribaltare, senza coprire di futile ma senza nemmeno arrendesi all’imitazione, contando su tre punti di forza.
Il maggiore è senz’altro dato dagli arrangiamenti, raffinati e semplici al tempo stesso, sostenuti da Francesco Magnelli e Andrea Salvadori. La sinergia voce – strumenti rompe la cristallizzazione cui eravamo abituati, offrendo orizzonti attuali a brani che sembrano scritti oggi.
Altro vantaggio viene da una selezione attenta dei pezzi che, pur non escludendo i successi più popolari, non si esaurisce con gli stessi portado all’attenzione pezzi rimasti nel chiaroscuro dei ricordi. Ed ancora chapeau ad una forza interpretativa che non si limita allo sfoggio di abilità tecnica ma che palesa la convinta adesione emotiva ai contenuti dei brani.
Ginevra di Marco, Quello che conta – Ginevra di Marco canta Luigi Tenco. 2020