In questa domenica di Pasqua siamo con don Mario Bonomi, parroco di Breno, e con lui facciamo una riflessione proprio in occasione della Pasqua, che ci spinge a interrogarci, in uno scenario internazionale di conflitti, sul valore della pace. Qual è il messaggio che può arrivare alle nostre comunità in questa giornata di festa?

“Innanzitutto è sconvolgente pensare che la terra di Gesù sia segnata da questa grande sofferenza e che coinvolge un po’ tutto il mondo, e anche l’Europa, che ha conosciuto guerre tremende e ora sta rivivendo ancora un tempo che non è portatore di pace.

Sicuramente quello che Gesù è venuto a portare è semplicemente quella pace che ha affidato agli uomini e la capacità di costruire ponti, a partire dal ponte più grande, che è quello della Croce. Dall’alto della Croce lui addirittura ha perdonato coloro che lo stavano mettendo in croce e ha voluto porre questo seme di speranza nel Sepolcro.

Non è un caso che la Pasqua arrivi di primavera, in cui tutto può rinascere e ripartire. E allora le nostre comunità oggi non fanno nient’altro che accettare questo seme di speranza, questo desiderio di essere costruttori di ponti più che di muri. La Pasqua ci chiede di essere capaci di costruire relazioni nonostante tutto e portare quel desiderio di pace a oltranza.

Come dice il Papa, senza la pace e tutto rischia di essere distrutto e di lasciare a chi viene dopo una terra distrutta. Nel Vangelo Gesù lo dice: ‘Beati i miti di cuore perché erediteranno la terra’: perché se non siamo miti di cuore e pronti a fare pace distruggiamo la terra, non la lasciamo indietro a nessuno”.

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