Il 17 gennaio scorso il Consiglio dei Ministri non ha impugnato la Legge regionale di revisione normativa ordinamentale 2023, dando di fatto il via libera all’Ato di Vallecamonica. A distanza di qualche settimana da questo annuncio, la burocrazia sta rallentando l’effettiva costituzione di ciò che la Valle attende da tempo, ovvero un Ambito Territoriale Ottimale tutto suo, che le consenta di gestire in autonomia la risorsa acqua.

È dei giorni scorsi infatti la lettera inviata ai Comuni e alla Comunità Montana da Regione Lombardia, con la quale viene richiesta una nuova delibera da parte di tutti e 40 i Consigli comunali valligiani in cui esprimono la volontà di presentare la proposta di istituzione dell’Ambito Territoriale Ottimale del sistema idrico integrato.

In base al parere formulato dal Pirellone non bastano le due richieste avanzate direttamente dalla Comunità Montana a febbraio 2022 e a ottobre 2023, perché entrambe risultano precedenti all’entrata in vigore, il 18 novembre scorso, della legge regionale in questione.

Ma non basta: ognuna delle 40 amministrazioni comunali camune è chiamata ad approvare anche la documentazione che accompagnerà la richiesta dell’Ato, nella quale siano dimostrati i benefici economici e gestionali della gestione autonoma dell’acqua. Stando alle indicazioni, solo quando la Regione riceverà tutti i documenti dai Municipi avvierà l’iter per istituire l’Ato camuno, chiedendo anche parere all’Arera, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

Share This