La lotta al bostrico, l’insetto che da anni sta infestando i boschi della Vallecamonica, non è ancora conclusa. Al contrario, per contrastare la sua diffusione e bonificare le foreste, servirebbero circa 13,2 milioni di euro; fondi che però non sono a disposizione.

Nel 2021 dalla Regione erano giunti 281mila euro (a fronte di tre milioni di euro richiesti), per avviare un programma di cattura con cataste esca e proseguire i monitoraggi. Nel biennio successivo, però, a fronte di un richiesta di due milioni e 340mila euro non sono giunti finanziamenti, cosa che ha impedito di proseguire il programma come si sperava, limitandosi solo alla verifica dell’efficacia delle catture.

Numeri che sono contenuti nel Piano di monitoraggio e interventi di controllo delle popolazioni di bostrico in Vallecamonica, realizzato dalla Comunità montana, che ha avviato la campagna di controllo nel 2019, subito dopo la tempesta Vaia.

Negli ultimi due anni sono stati effettuati interventi di bonifica nei boschi di Lozio, Borno, Ossimo, Breno, Corteno Golgi ed Incudine, mentre la cattura è stata effettuata a Cimbergo, Cevo, Saviore dell’Adamello e Sonico. Sforzi che però non sono sufficienti, dal momento che sono stati rilevati focolai in nuovi siti, come a Bienno-Faisecco, Ceto-Val Paghera, Saviore dell’Adamello-Fabrezza-Valle, Sonico-Val Malga e Cimbergo-Paere, sebbene in altri punti sia stato rilevato un calo della presenza dell’insetto.

Il timore degli esperti è che il bostrico sia migrato fino a sopra i 1.300/1.500 metri di quota. La Comunità Montana conclude la sua analisi sostenendo che “nonostante i numerosi lotti boschivi dedicati e il proseguimento delle campagne di cattura massale, non si è raggiunto il controllo efficace dell’insetto. È necessario prevedere una severa programmazione per il 2023 con ulteriori lotti dedicati, cataste esca e monitoraggio”.

Share This