Ieri, domenica 4 dicembre, come ogni prima domenica del mese i Musei Nazionali sarebbero dovuti essere aperti gratuitamente a tutti. Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, il Museo Nazionale della Preistoria e Protostoria della Vallecamonica, entrambi a Capo di Ponte e custodi di parte del Sito Unesco n.94 ed il Museo Archeologico Nazionale della Vallecamonica di Cividate Camuno, però, sono rimasti chiusi.
Si protrae, infatti, la difficoltà a trovare un accordo contrattuale accettabile tra il personale esterno di vigilanza e accoglienza dei musei, che lavora a supporto del personale interno del Ministro della Cultura, e la ditta aggiudicataria dell’appalto.
Le posizioni, fanno sapere Cgil e Cisl in un comunicato congiunto, sono ancora distanti: il mancato accordo (che sarebbe dovuto entrare in vigore dal 1° dicembre scorso) è dovuto alla volontà della società di pretendere di applicare ai lavoratori un contratto con base oraria peggiorativa rispetto al contratto collettivo nazionale di riferimento dell’appalto precedente, già di per sé inadeguato e che i lavoratori avevano accettato solo nella speranza di giungere a condizioni migliori nei bandi seguenti.
I lavoratori interessati, pur nella preoccupazione e consapevoli di poter essere sostituiti da un momento all’altro, hanno deciso non prendere servizio, e così sarà fin quando non otterranno condizioni contrattuali accettabili.
“Da anni”, scrivono i sindacati, “il Ministro della Cultura invece di trovare soluzioni preferisce utilizzare appalti, senza però specificare nelle gare i contratti da applicare ai lavoratori. Per questo motivo le cooperative e le società possono applicare contratti che normalmente sarebbero inaccettabili (con ribassi che arrivano anche al 33% della cifra totale prevista per l’appalto del servizio)”. La richiesta che ne consegue è di “un intervento deciso da parte della Direzione Regionale Musei Lombardia, che non si è ancora pronunciata ufficialmente sulla situazione, né ha comunicato la chiusura dei siti”.
