Dopo le indiscrezioni giunte nelle ore scorse dai giornali, ecco che Massimo Cellino, con una lettera diffusa sui social network, ha confermato le sue dimissioni da Presidente del Brescia. Cellino parla di un “travaglio interiore” che lo ha portato a prendere questa decisione, le cui ragioni sono motivate da lui stesso: “garantire la più efficiente gestione della Società in modo che possa conseguire i migliori risultati sportivi”.

Cellino non nega che abbiano avuto la loro parte anche le vicende personali, ed in particolare il procedimento penale che lo vede coinvolto e che dura ormai da ben due anni, nell’ambito di cui è stato emesso il provvedimento di sequestro che coinvolge di fatto il Brescia Calcio.

“L’esistenza del sequestro”, spiega l’ormai ex presidente, “introduce una serie di vincoli che mal si conciliano con la flessibilità e la speditezza di decisioni che una gestione efficiente di una società di calcio richiede. Del resto, sono certo che la squadra sia più forte di quanto si pensi e i risultati non raggiunti ultimamente sono figli del mio stato d’animo che si riflette sulla squadra e non lo dico da tifoso, ma per la mia pluriennale esperienza nel calcio”.

Cellino si dice “convinto che con le mie dimissioni la Società sarà in condizione di individuare, d’intesa con gli organi giudiziari, una persona che, con più serenità, potrà portare il Brescia Calcio a quei risultati che la passione dei tifosi merita”.

E proprio ai tifosi Cellino riserva “un ringraziamento particolare” per il sostegno che non è mai venuto a mancare. Non è detto che ora, alla sua decisione, possano seguirne di simili da parte di alcuni componenti del Consiglio di Amministrazione. La vicenda, insomma, è tutt’altro che conclusa, con l’incognita di un gruppo non ben precisato che, intanto, avrebbe messo gli occhi sulle Rondinelle.

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