Non sono bastate due leggi (una del 2012, soprannominata “delle quote rosa” e due anni più tardi quella Delrio) a stravolgere il panorama politico italiano in termini di presenza di amministratrici nei consigli comunali italiani. Nonostante le norme che hanno imposto una maggiore presenza di donne nei Comuni, l’aumento della loro presenza nell’arco di dieci anni non è stata così significativa come si sperava.

Anche nel Bresciano: se nel 2002 le sindache erano il 7,3%, nel 2022 sono salite al 15,7%, mentre le assessore sono passate dal 21% al 42%. In totale, le amministratrici presenti nella Provincia di Brescia sono cresciute dal 19% del 2002 al 34% dell’anno scorso.

Un aumento, sì, ma che non può dirsi sostanzioso, considerato anche che in alcuni Comuni la presenza delle donne resta minimo; anche in Vallecamonica, dove alcuni Consigli Comunali ne contano solo una, con il caso di Monno dove, dopo le dimissioni di Nadia Ghensi, in Giunta ci sono soli uomini.

L’altra osservazione che emerge dai dati stilati ogni anno dal Ministero dell’Interno riguarda l’età di chi amministra i nostri Comuni: l’età media dei consigli comunali bresciani è salita negli ultimi dieci anni da 46 a quasi 48 anni, così come i sindaci under 35 sono scesi dai 20 del 2012 agli undici del 2022. Un’eccezione è quella di Zone, dove l’età media del Consiglio comunale è di 35 anni, il più giovane di tutto il Bresciano: una scelta voluta da Marco Antonio Zatti, sindaco dal 2009, che apre ai giovani ed alle loro idee.

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