“Chiediamo che vengano urgentemente ricercate soluzioni ed attivate modalità che permettano a chi non ha la possibilità di anticipare le somme necessarie alla riparazione dei danni subiti dall’alluvione di poter avviare i lavori di ripristino collegati all’erogazione dei ristori”. I sindaci dei due Comuni maggiormente colpiti dall’alluvione del 28 luglio 2022, Niardo e Braone, Carlo Sacristrani e Sergio Mattioli, hanno impugnato ancora una volta carta e penna, e hanno deciso di scrivere a Ministero, Regione, ai consiglieri Davide Caparini e Diego Invernici, al Bim e ai parlamentari bresciani per chiedere informazioni in merito a contributi destinati a nuclei famigliari e attività economiche e produttive. Con le risorse stanziate sino ad oggi infatti sono stati coperti solo in piccolissima parte gli ingenti danni subiti da residenti ed imprese.

La situazione, riassunta dai due primi cittadini nella lettera, parla di uno scarso 10% delle famiglie e delle attività produttive di Niardo e di Braone che ha effettivamente ricevuto i ristori promessi a seguito dell’alluvione. A Niardo i danni per le famiglie sono stati stimati in 4,3 milioni per 89 nuclei, a Braone in 900mila euro, per 19 nuclei. Quanto alle attività economiche come imprese e negozi, i danni ammontavano a 6,1 milioni per 26 esercizi niardesi e 876mila per tre attività a Braone.

A settembre 2023, ricordano nella lettera Sacristani e Mattioli, vennero stanziati con Decreto per l’immediato sostegno alla popolazione 332mila euro per 69 nuclei, ma trasferiti solo 27mila euro di contributi da destinare a 13 famiglie. A Braone a fronte di uno stanziamento da 35mila euro per sette nuclei è stata trasferita la somma di 15mila euro per tre famiglie. Ad ottobre scorso, a fronte di una somma stanziata pari a 437mila euro per 23 attività, è stata trasferita al comune di Niardo la somma di 128mila euro per l’erogazione di contributi per l’immediata ripresa delle attività economiche e produttive da destinare a 10 attività, mentre per le attività economiche e produttive del comune di Braone non sono state trasferite somme.

La ragione della notevole differenza tra importi stanziati ed erogati, per quasi 700mila euro, è dovuta all’impossibilità, per la maggior parte dei cittadini, di sostenere in anticipo le spese di ripristino, condizione necessaria per presentare la domanda di ristoro.

Per sbloccare la situazione i sindaci propongono: “Si potrebbe procedere ad una stipula di un accordo con gli istituti di credito, o ad una convenzione con il Consorzio Comuni BIM di Vallecamonica, che preveda la possibilità di anticipo da parte delle banche o dell’ente territoriale delle somme stanziate dallo Stato, ed autorizzate dai Comuni in seguito all’avvenuta istruttoria della domanda, a rimborso dei danni subiti da privati e imprese”. Dopo 18 mesi, Niardo e Braone attendono ancora risposte e rassicurazioni, ma cercano anche soluzioni concrete.

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