A una settimana dall’udienza più attesa e decisiva del processo sul delitto Ziliani, le strade difensive del “trio criminale”, che fino a qui pare aver agito compatto, si dividono: a ognuno il suo avvocato.

A fianco dei legali Maria Pia Longaretti e Simona Prestipino, componenti del collegio difensivo fin dalla prima udienza davanti alla Corte d’Assise di Brescia, ora si aggiunge l’avvocato Michele Cesari del Foro di Bergamo. Cesari difenderà Mirto Milani, Longaretti sarà con Silvia Zani, Prestipino Paola Zani.

I tre giovani imputati, detenuti con l’accusa di omicidio volontario e sottrazione di cadavere, compariranno in aula per raccontare la loro versione dei fatti al processo sull’omicidio di Temù. Laura Ziliani, madre delle due Zani, venne uccisa tra il 7 e l’8 maggio 2021, e il suo corpo venne trovato 3 mesi dopo sul greto del fiume Oglio, a Temù. Tutto, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, avvenne nel paesino dell’alta Vallecamonica.

I tre crollarono solamente a distanza di otto mesi dall’arresto del 24 settembre 2021. Il primo a parlare con un compagno di cella e ad essere intercettato fu Mirto, solo allora le figlie della vittima raccontarono la stessa versione dei fatti: uccisero Laura Ziliani la sera del venerdì 7 maggio, soffocandola dopo averla stordita con un mix di benzodiazepine, occultando poi il cadavere, che riemerse con una piena del fiume.

La scelta di dividere i tre imputati da un punto di vista difensivo arriva dal suggerimento, al termine dell’ultima udienza, avanzato dal presidente della Corte d’Assise Roberto Spanò: “Bisognerà capire la psicologia degli imputati, le dinamiche di gruppo, capire se c’è questo trio criminale, com’è stato descritto fino ad oggi. Forse sarebbe meglio nominare un terzo avvocato”. E così è stato fatto.

Il 30 marzo in aula a Brescia ci sarà anche lo psichiatra Giacomo Filippini, nominato dalla Corte d’Assise, che assisterà all’esame dei tre, qualora i giudici decidessero di far svolgere una perizia psichiatrica su di loro, per valutare se al momento dell’omicidio erano capaci di intendere e volere.

Certo è che ci fu un primo tentativo di avvelenamento di Laura Ziliani già tre settimane prima del delitto. Infatti sono state trovate tracce di sostanze di benzodiazepine nei capelli della vittima e testimoni hanno dichiarato di averla trovata particolarmente confusa in quei giorni di aprile.

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