Martedì mattina all’alba, in contemporanea con altre attività in Calabria e a Roma, tra Brescia e Bergamo è scattata l’“operazione Ritorno”, che ha portato ad eseguire 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere, cinque delle quali per residenti in provincia di Bergamo. Per tutta la giornata di martedì sono proseguite le perquisizioni e solo  si è saputo cosa è stato trovato.

Tra gli altri, a Lovere, nella casa di un imprenditore edile di origine bresciana, indagato ma non destinatario di misura, sono stati trovati ben nascosti 150mila euro in contanti. Ancora di più, 200mila euro, sono stati rinvenuti in casa di un 51enne di Villongo già noto alle forze di polizia e destinatario della misura di custodia cautelare in carcere. Somme minori, ma comunque legate all’attività illecita, sono state trovate anche nelle case di altri indagati: secondo chi indaga sono contanti che rientravano in Italia dall’estero dopo essere stati riciclati.

L’indagine, frutto della collaborazione fra Carabinieri e Guardia di Finanza e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, ha portato al sequestro di soldi e beni per un importo di oltre 4 milioni di euro. Ma soprattutto ha permesso di ricostruire le infiltrazioni nel Nord Italia e in particolare a Brescia e Bergamo, della cosca di ‘ndrangheta Bellocco, originaria di Rosarno.

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