Come ogni anno la Provincia di Brescia ha presentato il Quaderno dell’Osservatorio Provinciale Rifiuti, che riporta il consuntivo dei dati di produzione dei Rifiuti Urbani e quelli della Raccolta Differenziata conseguiti nel 2022 dai 205 Comuni del bresciano.

Si tratta di dati che si basano sulle informazioni raccolte, verificate ed analizzate, nel corso del 2022 attraverso l’applicativo web O.R.SO. La percentuale di raccolta differenziata complessiva provinciale raggiunta nel corso del 2022 è del 76.3 % di poco inferiore al 77 % dell’anno precedente.

L’elaborazione evidenzia una diminuzione del 3,5% del totale complessivo di rifiuti prodotti, dove le frazioni che hanno mostrato una percentuale maggiore di riduzione, sono gli ingombranti con -14% e il verde con -21%. Un calo, quest’ultimo, dovuto al cambio della normativa: sono considerati rifiuti urbani le potature del verde pubblico o del fai da te, ma diventano rifiuti speciali se prodotti da imprese di giardinaggio al servizio dei privati. I rifiuti indifferenziati hanno subìto una leggera flessione diminuendo dello 0,6%.

Il 2022 ha visto l’attivazione della raccolta della frazione multimateriale in più 10 comuni, passando dai 169 del 2021 ai 179 di quest’anno. Più 6 quelli che hanno attivato la raccolta della plastica che passa 158 a 164 Comuni, più 5 per tessili e umido che passano rispettivamente da 178 a 183 e da 185 a 190 per la raccolta della frazione organica.

La provincia di Brescia, con 510 kg a testa, rimane prima in Lombardia per produzione pro-capite di immondizia. Il Comune più virtuoso della provincia in termini di differenziazione si è riconfermato Acquafredda, che ha raggiunto il 93,5%, mentre 23 Comuni non sono riusciti ad arrivare nemmeno al 65% di raccolta differenziata: perlopiù località montane e con meno di 2mila abitanti, parecchie della Vallecamonica. Il Comune peggiore dell’intera provincia è Cimbergo, con soltanto il 35% di raccolta differenziata, seguito da Paspardo e Corteno Golgi, che si attestano sul 41%. Male anche Saviore, Temù, Lozio e Cevo, tutti al di sotto del 65%.

Share This