Non si è mai fermata, in Vallecamonica, la lotta al pànace di Mantegazza, pianta estremamente tossica e infestante, capace di provocare ustioni al semplice tocco e dalla facile prolificità. Da tempo la Comunità Montana sta seguendo un progetto di eradicazione degli esemplari presenti sul territorio, soprattutto in Alta Valle, grazie anche alle segnalazioni dei cittadini sui luoghi in cui la pianta è stata individuata.
Nei giorni scorsi l’attenzione si è concentrata a Sonico, nei pressi dell’invaso artificiale della centrale Enel, dove è avvenuta l’operazione di distruzione degli esemplari presenti: ad assistere all’intervento, estremamente delicato, tecnici forestali, guardie ecologiche ma anche responsabili di alcune Comunità Montane della Lombardia, che in passato avevano partecipato ad un corso curato dal servizio Gestione del Territorio dell’ente comprensoriale camuno sui passi da seguire per estirpare la pianta.
Quella che è una vera e propria lotta contro la pànace di Mantegazza è tutt’altro che finita: nonostante il livello di guardia si sia alzato, i semi della pianta riescono comunque a diffondersi tramite le acque del fiume Oglio, gli uccelli o semplicemente il vento.
Ecco che, allora, se inizialmente la sua presenza era registrata soprattutto in Alta Valle, alcuni esemplari sono stati individuati anche in altre aree, come a Boario. L’attenzione, insomma, deve restare alta anche da parte della popolazione: in caso di avvistamenti (anche solo sospetti) si può contattare il servizio Gestione del Territorio della Comunità Montana.