La guerra contro la Panace di Mantegazza, pericolosa pianta di origine caucasica che al contatto con la pelle ed alla presenza della luce solare diretta può causare pericolose ustioni, non può dirsi ancora vinta. Da qualche anno la Comuità Montana sta impiegando non poche risorse, insieme all’aiuto delle Guardie Ecologiche e della Protezione Civile, per estirpare tutte le piante presenti sul territorio.

Un lavoro riconosciuto anche dalla Regione Lombardia, che l’anno scorso ha dato il via ad un progetto sperimentale, mettendo sul piatto 100mila euro con l’obiettivo di eradicare totalmente la pianta dall’area di competenza dell’ente comprensoriale nel biennio 2023/2024.

A capo del progetto c’è il Servizio Gestione del Territorio, guidato da Gian Battista Sangalli: considerato che la maggiore concentrazione della Panace si trova in Alta Valle, è stato incaricato il Consorzio Forestale Alta Vallecamonica delle opere di eradicazione. Interventi che sono cominciati in questi giorni: giovedì, ad esempio, a Sonico sono stati estirpati circa quaranta esemplari della pianta, nella zona dell’Oglio, a valle del vascone dell’Enel.

Tutti gli esemplari, ovviamente, una volta raccolti sono stati bruciati. Le operazioni proseguiranno per tutta l’estate e termineranno nel 2024 quando, si spera, la Panace di Mantegazza in Vallecamonica resterà solo un ricordo.

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