Si è tenuta l’udienza preliminare dell’inchiesta della procura della Repubblica su presunte turbative d’asta commesse tra il 2018 e il 2019 a Berzo Demo che vede coinvolti Giambattista Bernardi, sindaco dimissionario del paese a inizio 2022, e di altre quattro persone: il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Fedele Bernardi, il segretario comunale, un 41enne tecnico della Centrale unica di committenza e un 60enne imprenditore della zona.

L’udienza è stata subito rinviata: il giudice ha aggiornato tutto al prossimo 9 febbraio, per consentire la replica alla pubblica accusa.Le difese degli imputati hanno chiesto al giudice dell’udienza preliminare di pronunciarsi circa alcune questioni. In particolare hanno impugnato un’imputazione ritenendo sia stata riproposta con data successiva e chiesto quindi che sia dichiarata l’inutilizzabilità degli atti di indagine compiuti tra le due imputazioni gemelle. L’accoglimento dell’eccezione riguarderebbe molte delle intercettazioni poste a sostegno delle accuse, contestate all’epoca dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani.

Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, attraverso attività d’intercettazione telefonica e ambientale ma soprattutto attraverso l’analisi di numerosi documenti amministrativi, sono emerse presunte irregolarità nella gestione delle gare di appalto e nell’assegnazione dei lavori per la fornitura di materiale edile, dei servizi di pulizia degli immobili comunali, oltre che dell’affidamento dei servizi di videosorveglianza.

Inizialmente gli inquirenti e la magistratura bresciana avevano preso in considerazione la procedura finalizzata alla fornitura di materiali edili al Comune di Berzo Demo. Alla gara aveva partecipato un’unica ditta cui era stato affidato l’incarico, seppur in realtà i materiali sarebbero stati forniti al comune dall’azienda di famiglia della quale il primo cittadino risulta socio al 45%. Secondo chi indaga irregolarità  sarebbero state registrate per i servizi di fornitura relativi ai periodi 2018-19 e 2020-22.

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