Il progetto “Rebus Vallecamonica”, avviato dalle Acli bresciane nel 2018 con lo scopo di contrastare lo spreco alimentare ed al contempo aiutare le famiglie in difficoltà, presenta i numeri relativi al 2022 e rilancia. L’anno scorso, tramite la collaborazione con dieci punti vendita della grande distribuzione e cinque esercizi commerciali più piccoli sparsi lungo la Valle, sono stati recuperati 150 tonnellate di cibo che altrimenti sarebbe stato inutilmente buttato, e che invece è stato consegnato ad 800 famiglie camune ed ad un centinaio di ospiti di sei comunità residenziali camune.

Inoltre, sono state raccolte 25 tonnellate di alimenti scaduti o inadeguati all’alimentazione, destinati a sei piccoli agricoltori per i loro animali. A Rebus aderiscono in tutto 23 associazioni e sei enti, oltre a cinque istituti scolastici, con quattordici classi e 250 alunni.

Il progetto prosegue anche quest’anno con la novità dell’adesione da parte dell’Associazione Ristoratori di Vallecamonica, con “Il buono che avanza” iniziativa che permetterà di recuperare il cibo non consumato nei ristoranti camuni. Da poco, inoltre, sono stati coinvolti anche altri quattro supermercati in Alta Valle, puntando ad allargare il raggio di azione ad un numero sempre maggiore di esercizi commerciali.

Numeri e novità, queste, che sono state illustrate venerdì scorso a Breno, in occasione di un incontro a cui hanno preso parte Roberto Rossini, portavoce dell’Alleanza contro la povertà in Italia, e l’Onorevole Maria Chiara Gadda, prima firmataria della cosiddetta legge antispreco. “Questo progetto”, ha commentato proprio Gadda, “è l’esempio tangibile della capacità di terzo settore, imprese e istituzioni locali di collaborare per il bene comune, portando risultati importanti”.

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