L’ambito della ricerca di persone disperse è un settore in cui il Cnsas – Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico – sempre più spesso è chiamato a operare. Nelle ultime settimane si sono tenuti diversi incontri e momenti di formazione e aggiornamento per i soccorritori specializzati in questo ruolo.

Gli incontri sono avvenuti in presenza, prima di Natale, a Ponte di Legno, ma anche a distanza, dalla metà di ottobre, grazie all’utilizzo del nuovo gestionale “G.E.C.o”, uno strumento per la conduzione di eventi complessi, come appunto le operazioni di ricerca o le maxi emergenze.

I tecnici coinvolti, provenienti da tutta la Lombardia, erano in totale 36 e, per la prima volta, l’approccio è stato di portata regionale. La gestione a livello locale finora è stata quella prevalente, ma da alcuni anni capita sempre più spesso che le ricerche interessino territori più complessi ed estesi, oppure che i giorni o le settimane d’impegno consecutivi, senza sosta, siano sempre di più, con una notevole esigenza di ricambio del personale.

A questo si aggiunge l’uniformità di protocolli e di riferimenti condivisi da tutti, affinché la comprensione tra i soccorritori sia immediata e le modalità di azione e di pianificazione strategica siano coerenti. Oltre all’impegno, i soccorritori assumono anche un certo grado di responsabilità,  in situazioni di indubbia complessità che richiedono non solo una notevole e dimostrata esperienza, ma anche una corretta e specifica preparazione e il relativo mantenimento a livelli di eccellenza.

I temi trattati durante gli incontri hanno riguardato la legislazione del soccorso alpino, l’impiego delle risorse unità cinofile di superficie e molecolari, l’utilizzo di cartografia e strumenti di localizzazione (grazie anche al contributo della Guardia di finanza, che ha approfondito alcuni aspetti sulle nuove tecnologie), la pianificazione della strategia di ricerca e l’utilizzo del nuovo gestionale “G.E.C.o”. Negli ultimi anni la ricerca è cambiata: dopo la pandemia, sono aumentate le persone che vanno in montagna, in ogni momento dell’anno, senza una preparazione adeguata: questo comporta un maggior numero di attivazioni, dal cercatore di funghi e castagne all’escursionista disorientato perché diventa buio, dal turista che non conosce il posto fino a situazioni molto più complesse. Il Cnsas investe molto in questa direzione ma è necessario continuare a diffondere la cultura della sicurezza in montagna e della prevenzione.

A conclusione delle giornate di addestramento e formazione già tenute, nel mese di gennaio del 2023 si svolgeranno le verifiche su quanto appreso. Il Cnsas, nel ringraziare i suoi tecnici, ha ribadito un appello alle persone che amano la montagna: alla consapevolezza e anche all’utilizzo degli strumenti a disposizione, come l’app di geolocalizzazione GeoResq promossa dal Cnsas, che permette di salvare i propri percorsi ma soprattutto di inviare una richiesta di allarme geolocalizzato in caso di necessità.

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